venerdì 2 agosto 2013

Nonsense#350

Oggi fa un caldo insopportabile. Un caldo di quelli insopportabili. Non un caldo qualsiasi, tirato fuori dal frigo a mezzogiorno, no... oserei dire insopportabile. Perché non è propriamente un caldo immaginario, di quelli che senti a distanza e non ti fanno spaventare; no, è un caldo insopportabile, al punto di non riuscire a sopportarlo tanto che è caldo. Non è musicale, nemmeno astronomico. Non riguarda le foglie secche e non incide sulle radici più profonde, soprattutto nelle piantagioni di melone. Quelli a cui piace il melone, di sicuro non definiscono questo caldo "insopportabile", forse perché non si sono accorti di come stanno messe le radici. Povere radici. Poi c'è chi si lamenta che non è dolce, il caldo del melone, troppo secco, ma io mi lamento di questo caldo insopportabile, forse perché non sopporto essere paragonata ad un melone qualsiasi. Fatto sta che, a scanso si equivoci, ritengo opportuno consegnare le mie dimissioni, senza ombra di dubbio, senza pan per focaccia, senza parole legate e senza ripensamenti troppo accaldati.