giovedì 28 febbraio 2013

Nonsense#195

Quando le stringhe degli stivali nascondono la luce che viene dall'alto, il risultato è esattamente come speravi tu. Come speravi tu, non l'ha mai fatto nessuna. Pertanto sarà un biondo perfetto. Anche se colore del terreno, dove è stato sepolto un quindicenne.

mercoledì 27 febbraio 2013

Nonsense#194

Cerco un centro di permanenza gravitazionale. Qualcuno sa dirmi dove posso trovarlo, possibilmente in cima alla lista? Stasera torno al cinema dopo circa tre e se non trovo una centrale permanente di gravità è finita. Già. Questa volta è proprio finita, lei ha deciso di andarsene, non tornerà più, nemmeno se spinta da una piastra ad induzione (per indurla, si intende.) Destra o sinistra non c'entra; l'italiano medio si riconosce subito, fuori e dentro il cinema. Che poi non vuole nemmeno vederlo quel determinato film, preciso, puntuale e fresco di pellicola. Chi? Come chi? L'investitore! Proprio colui che tiene comportamenti anomali appena prima di pagare il biglietto; lui, cosiddetto lui, si preoccupa solo della sua permanente cotonata e basta. Vi sembrerà un discorso assurdo, ma credetemi che lo è, completamente. È come se iniziassi a parlare di una permanente gravità, intesa come centro di gravità mosso, per poi finire con il raccontarvi l'epilogo di un film vergognosamente gratuito. Non potrei mai farlo, nemmeno se l'incesto avvenisse tra fratello e sorella, i pirati attaccassero la nave e il protagonista (dal nome di un pittore famosissimo che inizia con la lettera L e finisce con eonardo, piccolo indizio!) morisse come in tutti i suoi film. Questa è la vita: soggetta a soggetti variabili, spostamenti gravitazionali centrati sulla permanente meglio o peggio riuscita, tra il cast del più famoso colossal non ancora girato l'angolo. Sapete dirmi adesso, quindi, dove posso trovarla?

martedì 26 febbraio 2013

Nonsense#193

I vecchi rimedi della nonna di sopra sono sempre molto utili quando si gira attorno al tavolo della cucina in cerca di qualcosa. Ad esempio: un quarto di vino con una goccia di pino silvestre solidificato, aggiunto a mezzo litro di una bottiglia di vetro, forma un composto ordinato utile alla lucidatura del cuoio capelluto, laddove si renda necessario. Oppure: passare chilogrammi X di cotone non raffinato sull'orlo dei jeans per festeggiare il proprio compleanno in modo più ecologico. O ancora, lavare i serramenti sotto una grossa pianta grassa, come ad esempio l'agave, serve per rallentare l'arrivo dell'inverno. Anche se di doppio inverno si tratta. Non serve spingere le luci verso il monte o gettare all'aria i panni sporchi di suonerie per risparmiare energia elettrica, basterà portare il salotto in camera e viceversa. Sono tante le soluzioni geografiche più naturali che i nostri nonni possono tramandarci, diversamente da quanto attesta il secondo articolo del libro dei miracoli casalinghi. Se avete scovato dei nonni attorno a voi, provate a chiedere loro in quanto tempo. La risposta sarà sicuramente attuale.

lunedì 25 febbraio 2013

Nonsense#192

Sto cercando di aprire una porta che ho trovato per caso. Non mi ero mai accorta di avere una porta sconosciuta in casa, anche perché generalmente gli amici più graditi mi avvertono, prima di passare a trovarmi. Se poi sapessero che ho iniziato a lavorare anche di giorno, probabilmente si toglierebbero gli occhiali ogni volta che cercano di contattarmi al telefono. E chi non li ha? Se li inventa per l'occasione? Le lenti rapide sono le più consigliate. Non ho ancora detto a nessuno della mia decisione di aprire la porta nascosta, sempre che io la trovi; Gandhi diceva che le aperture inaspettate andrebbero colte al volo, disegnandole con i gessetti a cera, dopo aver lavato i capelli in piscina e utilizzando il phon per sciogliere il pigmento sullo strato di polipropilene. Forse prima di aprirla dovrei riascoltare il primo canale, quello rosso fuoco. È l'unico in grado di portarmi per mano alla scelta da fare, etica o discutibile che sia. Aprire la mostarda? No, non è di quella che sto parlando. Anche se gli americani provocano, baciano le mani, sbattono la coperta della vecchia, fanno pernacchie ai lavoratori e sono felicemente dispiaciuti perché loro sono loro e gli altri no, io aprirò quella porta, sfogliando il giornale di ieri per vedere se, per caso, l'articolo è stato corretto.

domenica 24 febbraio 2013

Nonsense#191

Elezioni arrosto con sugo votante.

È un portento alato che si recupera facilmente in discarica e che risolve tante ricette primarie! Come quando si arriva in ritardo in spiaggia, si apre la cabina e non si sa che voti cucinare. Voglia e tempo spesso a quell’ora non ci sono ma la fame si fa comunque sentire sugli sgabelli e sulla carta igienica. E la particolarità di questa ricetta sta proprio nel fatto che è possibile adagiare le fette sulla scheda elettorale sia con che senza sugo, e averle pronte in qualsiasi momento della salata propaganda elettorale. Oltretutto è carne bianca, sopra carta bianca, si può mangiarne a volontà (la volontà di votare) prediligendo i grossi pezzi di dubbi sulla scelta del luogo in cui consumare il prelibato pattume, camera o senato che sia. Quindi, per preparare questa cernita proteica, ognuno ha la sua ideologia culinaria e il suo modo di scegliere gli ingredienti più freschi, anche se parlare di "freschezza della calzatura al ginocchio" è praticamente impossibile negli ultimi tempi.
Pronti?
Legare i voti con lo spago.
Mettere due cucchiai pari.
Scrivere finché non diventa dorata.
Stop.
Via.
La carta d'identità dev'essere fresca e va ritirata al momento dell'assaggio.
La patata è sempre presente.

sabato 23 febbraio 2013

Nonsense#190

Durante le festività gli animali in cattività diventano più buoni? Se tutti facessimo cadere una zolletta di zucchero, la terra darebbe sicuramente buoni frutti? A Donato Cavallo piace la musica della Rettore? Provate a rispondere a queste semplici domande e scoprirete come non vi servirà più il dizionario italiano-lingua per concludere la serata, basterà alleggerire il tono di voce, portando sulle spalle due pesi e due misure. Sono, tutto sommato, questioni facilmente risolvibili, anche per te che stai leggendo con il fazzoletto in tasca. Non fermarti all'apparenza della semplicità, ritira il capo e fai valere i tuoi diritti senza senso. Fatto questo potrai tornare a sventolare le bandiere dei tuoi animali preferiti, stando ben attento a non corrodere le parti più delicate.

venerdì 22 febbraio 2013

Nonsense#189

L'utilizzo della sabbia del tempo a fine inverno, è una modalità di tutela della qualità oraria assai efficace, che fa immediatamente pensare ad un oggetto infangato e nascosto in profondità, soprattutto se sta arrivando l'estate più calda degli ultimi quarant'anni, come ad esempio la classica clessidra forzata. Essa è considerata come quel fenomeno attraverso il quale, sopra le dune, si misura la percentuale di vapore istantaneo necessario al sostentamento del proprio carattere, sempre presente nel nostro scorrere virtuale odierno; è anche il gesto con cui, anticamente, il vento scorreva oltre i fiumi, da un'estremità del tempo all'altra. In questa idea di misurazione metrica e poetica, sono perciò riassunte sia l'idea del tempo che si perde come una linfa, sia la visione panoramica soggettiva dello scivolare su un'esistenza nostalgica di un tempo macinato e deglutito. Qualcuno con velleità artistiche amare e simpatie monofasiche, un uomo dall'altezza discutibile e suddivisa in tre zone, ha anche scritto parole con parte della sabbia di mare, totalmente immersa nel tempo dell'acqua, forse per definire la ciclicità del proprio rapporto avanti/dietro, calcolando le giuste misure per preferire generalmente la retromarcia. Sostenendo infatti che, per funzionare tra l'alto mento e il basso ventre, una clessidra speciale, associata giornalmente alla parte del cervello legata al proprio nome, deve essere continuamente interrotta e ricaricata. Solo così la sabbia del tempo farà il suo dovere, evitando di concludere solo metà della nostra fiducia più ecologica.

giovedì 21 febbraio 2013

Nonsense#188

Due cucchiai da terra di spine di rosa shocking fanno passare, per almeno sei minuti, la sensazione di avere spesso la necessità di cambiare le abitudini più sbagliate. L'ho letto poco fa e lo dice anche l'oroscopo, tra una mezz'oretta.

mercoledì 20 febbraio 2013

Nonsense#187

Sempre tardi vien la notte,
E brucia il caldo sulla botte,
Quella botte un po' d'annata,
Maledetta fu chiamata.
(BALENA BIANCA)
Di uno strazio appeso ai muri,
Cantan pupe e bulli duri,
Sempre attenti alle lezioni,
Tra spinaci, frutta e tuoni.
(RAVANELLO ROSSO)
Non puoi certo disperar,
Se la fune arrugginisce,
Soffia il vento a predicar,
Taglia chiome in mille strisce.
(PIASTRELLA VERDE)
Se furioso il vin berrai,
Senza tono sotto il mento,
Puoi parlare di sgomento,
Ma una scarpa in due terrai.
(ARANCIA ARANCIONE)
Finirà l'accettazione,
Molto presto in barca a vela,
Più non mangio la tua mela,
Suggerisce assai finzione.
(TV IN BIANCO E NERO)
Una lotta contro il nido,
Che nell'uomo vien negato,
Gusterò da sopra un lido,
Tutto il caldo cabinato.
(CIN CIN, TANTI AUGURI.)

martedì 19 febbraio 2013

Nonsense#186

Quando arriva una notizia non del tutto composta, senza che noi ce ne rendiamo conto per la mancata parsimonia di colori, dipingersi le palpebre con due pensieri sottolineati, aiuta quasi sempre a fornirci un'eccessiva, ma mai troppa, astuzia di parola. Ed è quella parola che ci manca, talvolta, che ci suggerisce le giuste precauzioni, ad esempio nell'utilizzo della saliva. Non è detto, io credo, che le frasi si formino istantaneamente solo con gli occhi chiusi. Serve sempre almeno una misurazione parziale, che permetta di vedere gradualmente quello che il nostro io sepolto ci sta dicendo, gettando acqua gelida in un fosso ricamato a mano. Sono concetti limitati agli eccessi di colore naturale, non vanno estesi su tutta la lunghezza stellata che, puntualmente, ci ritroviamo a fissare con la lacca sopra i nostri capelli. Se attendiamo il treno della parsimonia, non troveremo mai il giusto equilibrio tra i valori parlati e quelli dimezzati. Viceversa, accantonando i convogli del terrore, possiamo investire totalmente nella fuga dal pericolo disorientato. Una palestra, se così la possiamo chiamare, di pesi e misure proporzionati al bianco puro. Steso e poi letto ad alta voce crea piaceri candidi che solo un'intenditrice sa percepire. Sette giri attorno alla sincerità faranno di noi persone intatte e polverose, evitando intoppi annodati al collo e distribuendo sul nostro cammino i pezzi più gustosi, da assaporare la notte assieme alle sostanze che, in passato, abbiamo considerato acerbe.

lunedì 18 febbraio 2013

Nonsense#185

"Le impressionanti realizzazioni iperrealistiche di un cous cous vegetariano abbandonato." Questo è il titolo della mostra del mascherato digital artist Anonimo Pi, che prende il via proprio stasera nella parte inferiore della sala ovest, al primo piano privato del palazzo comunale, della circoscrizione est, del paese dell'io narrante. A prendere il via sarà anche l'artista stesso che, subito dopo la presentazione del menù che si terrà a porte chiuse, partirà per un viaggio vegetariano che servirà a far emergere le sue opere anche sul web, dal momento in cui verrà svelato che la fotosintesi clorofilliana é realmente suddivisa in due fasi:
- la fase luminosa o fotosintesi clorofilliana con produzione di glucosio ed ossigeno;
- la fase al buio o respirazione cellulare con produzione di anidride carbonica (CO₂). Iperrealismi cinetici e leggerezza di sapori sono quindi due componenti fondamentali nelle opere del misterioso Anonimo Pi (all'anagrafe Andrea Ponenti, 34 anni, di La Spezia), il quale tiene particolarmente alla sua riservatezza, tanto che non si presenterà integralmente all'inaugurazione di questa sera; parte del corpo, infatti, arriverà nei prossimi giorni, proprio per non esporsi troppo ai media. L'ingresso è gratuito solo per i cantanti libici, mentre l'uscita costa 1 euro, con consumazione compresa al momento dell'entrata. La catena non verrà interrotta fino al 30 Aprile 2013.

domenica 17 febbraio 2013

Nonsense#184

Te lo dico? Te lo dico? Te lo dico e te lo ridico? Te l'ho detto, te l'ho ridetto. Te l'ho detto, te l'ho ridetto e te lo scrivo pure. Detto, ridetto, scritto. Firmato. Premesso che questa storia è chiaramente una sconfitta di un pezzo del proprio corpo, io dico che ci vogliono alcuni provvedimenti per avere un sostegno, o perlomeno una riduzione, oppure una rimodulazione della volontà interna, come fonte di sostentamento astrologico-sentimentale. Ognuno ha le proprie carte in tavola pronte per essere mangiate, ma a fronte dei problemi di sicurezza amorosa, banale o astratta che sia, bisogna come prima cosa, costruire una legge ad hoc che tenda a spostarsi parallelamente all'ago della bilancia, il quale determinerà automaticamente la nostra posizione rispetto al contrasto tra azioni e pensieri in una vita a due corsie. Se nella frizzante atmosfera del circo delle dita offerte, anche virtualmente, riuscissimo a trovare il meglio di una dolce influenza senza allenamento, tutta la vita davanti parrebbe una irresistibile camminata di almeno ottantanove chilometri. Intercettiamo sempre le formule giuste per sentirsi completi ad ogni occasione, solo così te lo posso dire e scrivere, senza affrontare le minacce miracolose, come se mi trovassi di fronte ad un'uscita di sicurezza blindata a sangue. Un'uscita al mese aiuta a fare i conti con i prestiti a schiocco, chiesti correndo da una burocrazia complicata (matrimonio) ad una inutile e contraddittoria (more uxorio). Firmo qui.

sabato 16 febbraio 2013

Nonsense#183

È giunto finalmente l'attesissimo momento di mondare la moneta del teatro italiano. Siamo in un'epoca troppo tecnologicamente cinica per continuare a giocare con i soldi di plastica ed improvvisare teatrini frullati. È come se, per andare a vedere un teatro dall'alto, una persona normale, con un tenore di vita pari alla terza lettera dell'alfabeto, dovesse fare il giro dell'isolato ed entrare dal basso retro. Sarebbe un'opera classica già vista. Negli anni Sessanta, infatti, la crisi rivoluzionò il concetto futuristico di teatro pubblico fuorilegge, subendo una drastica revisione privata dei motori recitativi a scoppio gestuale, mentre le forme in cui esso si incarnava diventarono un bagaglio posticcio pesantissimo, frutto aspro di una polemica nata nel contesto culturale dell'epoca borbonica. Il nostro "teatro ufficiale monetizzato" di oggi investe tanto la struttura economica delle arene naturali, perché corre oltre i limiti organizzativi e il combustibile se lo crea da sé, quando la politica interviene con provvedimenti a dir poco infiammabili. Burocraticamente gli artisti stanno cercando le risposte a tutte quelle domande manuali che prevedevano, già agli inizi del secolo, una negazione alla presenza di attori multipli. E solo un costume da gallo con la testa all'ingiù che piega il collo, cambiando il verso della prova generale a porte chiuse, riuscirà ad emergere da quell'ingenuità fanatica che assale il primo attore protagonista, la stessa sera della luna piena a tre quarti. Accogliendo, così, a braccia aperte, i successi più bagnati e coprendo la propria pelle rossastra con una frase che rimarrà impressa a tutto il pubblico presente in sala.

venerdì 15 febbraio 2013

Nonsense#182

Sono talmente stanca che piuttosto di scrivere un nonsense, cambierei da sola, nuda, l'ordine degli asteroidi scuri scelti per colpire l'assemblea condominiale che si è tenuta ieri sera. Ma sono talmente stanca che piuttosto di cambiare da sola, nuda, l'ordine degli asteroidi scuri scelti per colpire l'assemblea condominiale che si è tenuta ieri sera, scrivo questo nonsense.

giovedì 14 febbraio 2013

Nonsense#181

La festa degli innamorati cade di schiena in un giorno qualsiasi. È per questo che si invoca Valentino già il giorno del proprio compleanno. Non per i segni lasciati da una penna stilografica sulle piume di un pettirosso o per i nastri di raso consumati con l'età avanzata, semplicemente per la posizione supina. Auguri a tutte le Albicocche.

mercoledì 13 febbraio 2013

Nonsense#180

Ammetterlo non sarà un applauso. La verità supera anche la forma di una scala a chiocciola di radica. E se proprio devo dirla tutta, non sono capace; cambio lo sguardo radicalmente, perché è di radica che stiamo parlando, per una maggior protezione dai raggi solari. Non sono capace, non contengo nessuno e nessuno mi insegna il proprio cambio di stato. La parte più dura della tartaruga mi mette alle strette. Che sia il guscio, la parte più dura? Alle strette, quanto? Tipo due taglie in meno delle tue? Ma allora si sta comodi. Io di certo non sono un gradino di marmo e noi di certo non siamo uguali a me. Un uomo italiano un giorno è arrivato in Russia, un uomo russo iniziò a parlargli in greco, l'uomo italiano aveva da poco finito un corso di giapponese. Nessuna musica di sottofondo, nessun mattone su mattone, nessun farmaco mutuabile. Il risultato fu una testata di traverso, all'ingiù, come fanno le tartarughe in amore. Capite il senso di questo naufragare a spirale? Capite la forma della scala a chiocciola immersa nella nebbia padana? Quindi non stupitevi, uomini che non siete altro.

martedì 12 febbraio 2013

Nonsense#179

I bastoncini di Capitan Findus da oggi sono ancora più croccanti, proprio perché la panatura che ricopre la nostra pelle appartiene ad un mondo più buono, dove sia le gonne che i pantaloni calzano a puntino. Per alcuni il Capitano è un artista, per altri un bicchiere d'acqua metà vuoto riempito di pizzo, per altri ancora le fantasie floreali che prepara durante la serie tv, riassumono il bruciore di stomaco in un unico dresscode. Comunque una cosa è certa: ogni mattina tutti noi apriamo il nostro guardaroba e ci accorgiamo che questi benedetti bastoncini sono più croccanti del solito. Sedici volte più croccanti, almeno fino al 28 febbraio. L'outfit è inutile, a causa della dieta a zone montuose, mentre un bastoncino croccante al giorno evita un cambio di look repentino e stressante. La panatura d'orata ha un'anima gentile e femminile, dai colori complementari e genera una corrente filosofica culinaria che si abbina benissimo ai generi casual e sportivo. Topless a mezzogiorno, gonna a pantalone per uomo la sera, pesce a volontà. Il nero di fondo è interessante, non risulta mai banale, riempie come un vero e proprio pasto, completo di accessori, aiuta la memoria e consente lo smaltimento dei grassi direttamente nei nostri armadi. Il microonde è sconsigliato se sono passate le quattro del pomeriggio.

lunedì 11 febbraio 2013

Nonsense#178

Sei insensibile come un cappello pieno di concime immerso in olio di oliva, il ventisette di ogni mese. Questa è la salatissima realtà che non vedevo l'ora di demolire, con l'aiuto delle braccia di un pupazzo di neve. Ieri, al posto del naso, qualcuno gli ha messo un ridicolissimo parrucchino. Ecco, quindi, come ho fatto ad arrivarci oggi. Ma nonostante questo brutto tempo, ci ricordiamo che i supereroi non sono esattamente come te.

domenica 10 febbraio 2013

Nonsense#177

Brescia, 10 febbraio 2013.
È finalmente nata un'associazione per le punture difettose elaborate a computer. Non è ancora ufficialmente attiva, si chiamerà PU.DI.CO, ma presto verrà istituita dalle nazioni unite della nostra città e sarà rivolta a tutte quelle persone che, almeno una volta l'anno, vorranno concedersi una puntura sbagliata (vaccino, spamming, estro creativo o altro) nell'arco dei sette giorni necessari per la post produzione del liquido iniettato, effettuata con specifici programmi di computer grafica. Non costa nulla, non paga da bere e suona la porta di casa esattamente come farebbe qualsiasi altra vera associazione che si rispetti. Per ulteriori informazioni i cittadini possono già rivolgersi agli sportelli cuciti a mano, entro e non oltre l'area della circoscrizione di appartenenza.

sabato 9 febbraio 2013

Nonsense#176

Dall'età di quindici anni sono una fanatica protetta a luce pulsata. Sarà stata la pressione dei pneumatici oppure l'architettura delle case attorno alla scuola (bruciata da me), o più probabilmente la voglia di aggiudicarmi la prima fetta di torta, che tanto a quell'età mica si pensa alla linea perimetrale dei giochi di gruppo; a quell'età bastano i centri sociali sulla via di casa, dove le fette di torta però non si trovano tutti i giorni. Fanatismi impropri di rara bellezza, per la precisione, come era - al tempo - improprio anche l'uso gratuito dei sostantivi tra ragazze e ragazzi della stessa età giornaliera. Colori sui capelli e generazioni masticate alle sedici della domenica. Ecco perché le fette di torta le gustavo immergendomi negli anni di nascita meno vicini alla cucina, come solo una matita in mano ad una fanciulla dai capelli lunghi (e poi dopo pochi minuti corti, causa timidezza impressa nei sottoscala) si sapeva immergere, dentro ad una vasca di colla alla fragola, mentre aspettava il suo pasticcere di fiducia, per decorarsi dalla fronte in giù. Non tutti a quindici anni si ricordano le modalità di immersione (non sto parlando di immersione a corrente), pertanto credo di essere stata brava oltre che fortunata. Tra pochi minuti ritorno in quella vasca fiorita perché c'è un vento gelido da queste parti, necessito di pasticceria su stoffa, nonostante non sia stagione di fragole e non sia nemmeno il caso di usare dei collanti sintetici. Perché, si sa, i collanti sintetici sono i più resistenti delle fragole di serra, ma cadono, scivolano a terra e chi li usa rimane bloccato, fregato, scottato, mangiato. Beh, a pensarci bene non è poi tanto male.

venerdì 8 febbraio 2013

Nonsense#175

"Non serve avere i cristalli di voce danneggiati all'interno, per capire che il rumore di un biscotto rotto a metà equivale al sapore di un cuscino molto più basso di noi stessi."
(Poesia labiale di Kimono Doro, 1879.)

giovedì 7 febbraio 2013

Nonsense#174

Manifesto mortuario anticapitalistico dei "Te l'avevo detto".

Hey voi camminanti sentimentali affacciati alle finestre di giunco! Lo sapete che stanno frullando sempre più punk nei mixer e che le false identità degli zombie saranno rese pubbliche una ad una? Fatevi sentire senza perdere l'1%. A quale gruppo appartenete? C'è una gamma di tentazioni fatte su misura tutta da scoprire e una vastissima scelta di limiti alla quale nessuno saprà resistere; non siamo nostri se non scegliamo l'ora! Non abbiate la classica paura sofisticata! Facciamoci avanti e prepariamoci a resistere al sudore degli occhi lucidi stipati in un unico sportello, non giriamo attorno alle serie tv, nemmeno con la porta aperta. Hey voi, hey mondo!

mercoledì 6 febbraio 2013

Nonsense#173

Grazie ai seguaci che litigano con il sole, lui ci attende con un nome raddoppiato, in compagnia della consuetudine nella zona numero uno, che non è un fiume. Sempre dopo la metà, sempre parlando a bassa voce, perché forse non vuole disturbare, con un sapore di erbe e limoni; poi ci dicono che fondamentalmente è un modo per comprendere i gradi o gli stemmi, per capirsi autonomamente a fine mese e forse anche per capirci qualcosa in più di qualcosa che non si sa. Come, quando, dove e (a te un) perché. Però, ad un certo punto, ecco che il giorno - dopo aver guardato l'ora solare, credo sull'orologio al suo polso senza interruzioni - finisce, mentre un altro giorno inizia (credo che non sia lo stesso di cui parla all'inizio e anche se non lo dice lui all'alba, non importa, perché avviene contemporaneamente.) Eccolo, un giorno in più per fingere spinte in avanti, solo se si ha voglia e tempo, giustamente; per vedere le immagini rarefatte come se fossimo in pieno novembre e per vivere la notte dolciastra. Ripetitiva e senza senso è una preghiera sotto copertura.

martedì 5 febbraio 2013

Nonsense#172

Materassino gonfiabile automatico, tendenzialmente attento e completo vendesi. Colore disponibile, misure in entrata e pittura stampata nel pomeriggio. Per informazioni niente vergogna in merito, attenzione all'ora dell'aperitivo, no pendenze. Chiedere di me a chi si muove presto. Prezzo da pagare.

lunedì 4 febbraio 2013

Nonsense#171

Spegneva quella forma da uno dei due gusti, e veniva verso il trifoglio, una donna, il cui rossetto emancipava una giovinezza cantata, ma non rincorsa; e vi traspariva una purezza velata e ondulata, ma non vasta, da una gran mansione, e da un furor morale: quella freschezza folle a un gesto e rigorosa, che frigge nel forno spavaldo. La sua armatura era ammaestrata, ma non danzante; le bocche non eran flaccide, ma portavan legno in due caverne, sparse e tante; c'era in quel colore un non so che di sfocato e di rotondo, che attorniava un'anima sempre disdicevole e diretta al mirtillo. Ma non c'era il solo suo amplesso che, tra le tante ferie, la tradisse così visibilmente in verità, e ricorresse per lei a quel pentimento ormai bianco e avvilito nei fori. Contava essa un pollo e una bambina, di certo senz'anni, corta; ma tutta ben arrotolata, coi fratelli intrisi sulla fronte, con un partito stanchissimo, come se dopo i cani l'avessero sbranata per una festa ammessa in parlamento, e scambiata per genio. Né la giaceva a tenere, in torretta, a veder sopra un laccio, un colpetto agitato in petto, come senza rotativa; se non che da una banchina giunta, in ghisa e cera, straparlava sopra il ponte, con un'aperta e amata brezza, e il cappio pesava nel ricovero della madre, con un bel dono piú forte del nonno: della madre, ché, se anche la dominanza dei morti non n'avesse fatto ridere, sarebbe stato eletto chiaramente quello che in due imprimeva di sera un cedimento.

domenica 3 febbraio 2013

Nonsense#170

Vi svelo un segreto segmentato.

Se lei non fosse stata ricca e famosa, io avrei assaggiato almeno una volta un'aragosta. Invece ho preferito farla ridere, l'aragosta. Alla fermata della metropolitana di Porta Garibaldi. E così continuerò. Risate e aragoste vive; cosa bollirà in pentola, allora? Un portafoglio vuoto senza sale e un cuore ripieno di caffè. Ripieno come non mai. E come? Non mai. Oh. Sempre? Forse. Io riuscirei a camminare al fianco del biancospino. Anzi, non ci riuscirei. Lo farò. Ripetendolo trentuno volte. All'origine era un orizzonte e adesso che cos'è? È un vespaio di fortuna calcolata al metro quadro. Questo è il segreto segmentato. Un metro quadro di viso, per due.

sabato 2 febbraio 2013

Nonsense#169

La notizia sentita da tutti prima della conferenza stampa di questa mattina, era falsa. Ora è vera, probabilmente per il cambio di taglia di Jack, raggiunta la pace dei sensi. Ci siamo preoccupati inutilmente, insomma, se pensiamo all'ora in cui il rischio è stato alto e di comune accordo abbiamo subito pensato allo scandalo. Fosse stato un miracolo forse non avremmo criticato i personali ritocchi estetici fatti dai protagonisti del film. Posso dire una cosa? Credimi. Ognuno è libero di essere poco credibile, se nessuno recita monologhi di almeno quindici minuti, oppure anche di essere pallido; la mia testimonianza significa proprio questo: la copertina dei principali giornali dev'essere proporzionata al prezzo da pagare quando la diffidenza è costante. Neve o non neve, acqua o vino, criceto in gabbia o gatto che fa le fusa. Ma perché dobbiamo sempre scendere nei particolari più drammatici se, ogni giorno, i padri scappano? E non sono tutti giornalisti! Non tutti sono tedeschi e non tutti hanno i baffi. La notizia del giorno è già stata dimenticata, scusate il termine contrario, rammendata. Come un calzino. Ad un certo punto del racconto più apparente, detto davanti al pubblico più trepidante, bisogna assolutamente pubblicare una foto in bikini. La critica ha fatto presto ad arrivare con un parere in ritardo, mentre la vetrina professionale è ritardataria rispetto alle madri che accompagnano le figlie ai provini originali. Quelli utopici, atipici, previa assunzione di antipiretici.

venerdì 1 febbraio 2013

Nonsense#168

Caracollando i superstiti mi ambliggo di perferare i coriandoli. È quasi carnevale! Gichiomiamo le costumme e usciamo dritti in fussa! Tu tu! Sembra di sentire un treno in lontananza, oppure è un cuttreso spirino? Oh oh! Non ampirti se tutto spiove e quando non sei giù, chiodo io. Muro e tacchio, tacchio e muro. Uhuhuhuh!!!