venerdì 30 novembre 2012

Nonsense#105

Cosa si nasconde dietro un bevitore di succo d'arancia? Non concentrato ovviamente. Meglio se assorto tra i suoi pensieri di soddisfazione acida planetaria. Perché sembra una bevanda tutto sommato senza parole, eppure è ottenuta con moltissimi movimenti di lingua. Morsi e tagli interni determinano il sapore naturale e l'azione anticoncezionale. Una volta spremuto il succo viene messo a tacere sotto un'asse di legno per liberarlo di tutta la corazza di parole di scarto e per renderlo più leggibile alla gente. Alcune persone pensano di aver una tecnica particolare per ridurre le parole pericolose che formano il succo spremuto la prima volta, ma il tempo di riscaldamento del loro spremiagrumi non consente la miscelatura degli zuccheri con, ad esempio, il limone. Altro agrume che darebbe al succo ibrido un valore sicuramente più internazionale e un aspetto decisamente più determinato. La tostatura orale permette di venderlo ad un prezzo accettabile, ma le ricerche condotte sulla preparazione di questi discorsi bevibili all'arancia hanno fatto sì che la luce al neon determini la decisione dei termini di servizio. Le aziende produttrici conservano il succo ottenuto da ossigeno e idrogeno in enormi silos apribili solo dall'interno e il processo di ossigenazione avrebbe un effetto calmante sugli individui assetati di nostalgia. Il sapore è buono e si può imparare facilmente a memoria ed è reso bevibile grazie alla fantasia dei pensatori che lo producono. Per questo motivo alcune aziende per insaporire il succo aggiungono alcuni neologismi agli oli essenziali ricavati dalle arance più narcolettiche della piantagione. E proprio perché questi aromi derivano dall'arancia miscelata, le aziende non sarebbero obbligate a coltivare questa informazione su un terreno già confezionato. La rubrica "Non tutti sanno che.." torna tra un anno. )4-,84 per l'attenzione.

giovedì 29 novembre 2012

Nonsense#104

Se fosse vero che i ragazzi sono esseri umani sponsorizzati, i luoghi comuni arriverebbero a ondate. A dirlo è un sondaggio effettuato dalla comunità "i Visualizzatori di Mappe", il quale recentemente ha fatto emergere una realtà davvero sconvolgente rimasta però segreta. La cura adottata dal gruppo di contestatori affamati di risorse è canticchiare sotto la doccia che i ragazzi maschi non piangono mai, alzando l'acqua al massimo volume stando ben aggrappati all'immagine condannata a descriverci e tenendo sempre ben presente le mosse che le ragazze anticipano quotidianamente fuori da una cabina telefonica. Se in quel momento il vento è troppo freddo, il sondaggio sarà sicuramente da rifare in Giugno. I partecipanti erano in tutto 1.209.876 e sono arrivati alla sede della comunità uno in braccio all'altro per evitare l'ascensore e le scale mobili. Hanno risposto urlando ad alta voce all'interno di un piccolo quaderno a 3 pseudo-domande, impegnative e cerimoniali, che riporto qui di seguito:
1) E' vero?
2) L'hai detto tu?
3) Meglio senza gambo o preferisci ben cotto?
I dati emersi hanno paralizzato totalmente le autostrade per almeno due ore, poi quando la ragazza più sveglia della stanza ha iniziato a comporre i versi da far cantare sotto l'acqua, il traffico si è diluito insieme all'antidolorifico assunto dai ragazzi. I risultati sono stati scandagliati come il fondo di un fiume, aspettando il turno di notte e mescolando di tanto in tanto gli uomini con le donne. La vibrazione del motore non ha disturbato il lavoro dei contestatori e il fumo prodotto ha decorato il soffitto dell'intera stanza accanto, aprendo le porte alle fantasie più conosciute. Ve lo sareste aspettato? O avreste preferito l'ora legale? Rispondete sotto la doccia e votate in vasca.

mercoledì 28 novembre 2012

Nonsense#103

Un fatto apparentemente soprannaturale accadde lo scorso anno nella foresta dei matti. Migliaia di pellegrini di presentarono carichi di noccioline tostate alle porte del palazzo degli stracci bianchi. Non trovarono nessuno di loro e, invertendo la rotta appena aggiustata, tornarono felici in piena patria potestà. Qualcuno narra che camminarono molto, altri dicono che la pressione dell'aria rarefatta non consentì loro il cambio della moneta pertanto accennarono solo qualche passo di danza, ignari di ciò che li stava aspettando. Una gigantesca macchina per cucire. Tra l'altro la versione più pesante da digerire è proprio quella ascoltata nei fili della radio. L'interruzione arrivò comunque puntuale, tanto che l'aspetto esterno dei pellegrini cambiò improvvisamente facendo emergere alcuni aspetti benefici tipici di chi crede nell'aldilà. Gli uomini di pelle acquistarono fiducia a caro prezzo e spingendosi fino alla postazione riservata, fecero retromarcia in un batter d'ali. Si bruciarono i capelli e recitarono mentalmente i programmi scolastici degli anni venti. Chiuse le ante iniziarono il conteggio delle monete sul parquet con i cavalli impiegando un tempo mai visto prima. La pioggia li aiutò e il sole li spaventò. La città rimase vuota e le solite voci di corridoio si impressero su piccoli assegni bancari serigrafati. Una storia mai vista prima né ascoltata dopo o scritta durante. Solo letta nelle tradizionali storie delle conquiste tardive narrate da lui.

martedì 27 novembre 2012

Nonsense#102

Parlare di me è un po' come voler tagliare l'erba del giardino in riva al mare. Non che sia un'impresa ardua, ma è semplicemente un'esperienza parallela al verbo "essere". Tipo essere la Peris. Com'è essere la Peris? A volte assomiglia al volo di un'ape al luppolo, comandato dall'acqua di un bicchiere. A volte il liquido che cola nell'imbuto per deviare il pensiero di chi la conosce da almeno un giorno è denso. Poi c'è chi crede che non viva dentro una casa normale con tre pareti e un paio di porte, ma che dipinga di rosso le strisce pedonali come se andasse a lavoro solo a prestare per un giorno le sue matite più costose. Qualcuno l'ha vista scrivere sul posacenere bianco e arancione per 29 minuti senza nemmeno far cadere una goccia al suolo e poi scoprire che la partita l'hanno persa, domenica. Mentre il lunedì tutto sommato riesce anche a chiudere bene il cerchio mentale proprio perchè si chiama Peris; probabilmente se i genitori dei parenti più stretti, quelli che nessuno nomina mai di lunedì, le avessero dato un nome più aulico tipo Parentesi oppure Maratoneta credo che l'anteprima del testo sarebbe sicuramente più dinamica. Come quando arrivi a Bologna e capisci che piove, cosa fare? Niente. E così la Peris fa tutto ciò che le passa per l'anticamera, poi arriva direttamente in camera e apre le finestre, lì esce tutto; poi appena cade, giù. E via. Come se non ci fossero i manichini in lavatrice, o lo yogurt nell'armadio. Tutto è libero e leggero. E non è semplicemente impegnativo, è anche profumato. Non tutti lo sanno, ma ora lo sapranno. Tutti quelli che leggono, ovviamente, chi non legge non saprà, chi legge invece prima o poi scoprirà la verità. Una verità incandescente come un vecchio ghiacciolo alla coca cola. Cola sempre nello stesso imbuto, a lei così famigliare. Avete due opzioni: leggere da sinistra a destra oppure da destra a sinistra capovolgendo il vostro computer. Se riuscite, ci sarà posta prioritaria per voi.

lunedì 26 novembre 2012

Nonsense#101

Come si esce dal tunnel dell'ansia morale? Andiamo per gradi, 30 e comuni. L'immagine fredda che dovreste avere quotidianamente davanti ai vostri occhi è semplicemente quel valore caldo più simbolico che il proprio sentimento assume nel punto di rottura precedentemente immaginato.
Da un punto di vista pratico tornerebbe utile prendere il valore che ti danno a scuola e sostituirlo ad una qualsiasi forma astratta, meglio se compatibile con quella del proprio corpo. Non sempre si riesce, a volte ci si scontra con le maniglie delle porte chiuse autoconvincendosi che è la fine pubblica. Ma quando la mattina, al risveglio, si appoggia prima un piede e poi l'altro nell'ordine stabilito dalle proprie regole interiori e la parola non esce subito, basta ringraziare positivamente chi ci ha permesso di dormire con l'aiuto dei magneti. Con l'esercizio più comune, quello del sasso inghiottito a digiuno, si risvegliano i sensi e si trova il conforto. Un aiuto può arrivare dalla sensazione intermittente di infinito. Una sensazione, a detta degli esperti, che non sempre si riconosce a primo impatto o al videocitofono. Ma cresce pian piano sulle colline geometriche delle equazioni più fantasiose adattandosi perfettamente al cuscino e permettendoci quel sonno ristoratore tipico dei rifugi di montagna. Come tutti i tunnel anche quello moralmente ansioso presenta un inizio e una fine, non ha finestre o giardini fioriti però è pur sempre un percorso patologico da compiere per arrivare alla meta di classe, concludendo il lavaggio a 30 gradi (sono al massimo 30 i gradi iniziali) senza centrifugare troppo i colori del proprio stomaco, altrimenti la corteccia si intasa e bisogna capovolgere nuovamente il concetto rilasciato ai diretti interessati.

domenica 25 novembre 2012

Nonsense#100

Una buona nuova nota intona un buono nuovo moto, cento filastrocche sulle more perdute o sulle cose dimenticate per strada e dato che sono le 17:10 esco di casa per ordinare la camera. Arriverà tra 265 giorni ma tanto nessuno di noi ha fretta. Bisogna ricordarsi dei codardi, di comprare il latte scaduto e di dire alle ragazze di portare dei fazzoletti. Io non rimango ferma a lungo solo per fare un po' di movimento corto e se la notte passerà in fretta non ci sarà bisogno di te. Certo è che se vuoi puoi, come tutti. O come Titti a San Silvestro. Cento strade e un anello solo, è come percorrere per correre, o come dimagrire per portarlo a tutti i costi. O a tutti i casti. O a tutti i casting. Io non ci vado. Voi sì. Ecco perché siamo diversi, nei versi e sotto le unghie. L'appuntamento è cieco, ma io ci vedo benissimo e quando torno lo troverò qui. Per 265 giorni ancora.

sabato 24 novembre 2012

Nonsense#99

Lo scacciadubbi è un ottimo rimedio per gli errori più frequenti nella grammatica italiana. Si tratta semplicemente di evidenziare le parole sbagliate con un fermaglio per capelli e successivamente pensare all'errore. Prima di intervenire si consiglia, soprattutto a chi l'italiano lo conosce dalla nascita, di ripensare alla strada percorsa durante la stesura del testo. Uno dei consigli che gli scrittori più ibridi danno agli aspiranti imbianchini è quello di narrare storie lucide facendo emergere personaggi opachi o, al massimo, viceversa. Se non si hanno dubbi in testa è meglio scrivere nel senso della logica strutturale, mentre se dovessero presentarsi dubbi incoerenti allora ecco che lo scacciadubbi farà immediatamente il suo effetto collettivo, nel momento esatto in cui le battute sono appoggiate di sbieco. Non bisogna temere di essere scrittori di rugiada, è naturale avere paura delle parole spatolate male ma con un po' di esercizio tutte le locuzioni avverbiali crederanno di servire a qualcosa, sia all'interno del testo, sia all'esterno. Un po' come dire "faccia a faccia ci si guarda di bene in meglio, passando per di qua troppo spesso in ritardo". Quasi quasi posso tranquillamente dichiarare che d'ora in poi scrivere alla svelta sarà come scrivere terra terra. Aggettivi nominali e sostantivi pesanti servono ad esprimere i concetti più dubbiosi e articolati. Lì-il là-la. E i fiori di lillà. Un tipico esempio che non si confà.

venerdì 23 novembre 2012

Nonsense#98

Ciao a tutti, mi chiamo Enne Esse e vorrei chiedervi una cosa un po' imbarazzante. Ho provato ad agitare le acque, senza risultato. Secondo voi c'entrano le tapparelle abbassate? Vi prego aiutatemi perché non posso più nascondere i fili della rete wireless dato che vivo ancora in casa con i miei e se mi scoprono mi toccherà saltare le pagine. Alla miglior risposta 10 punti .......... eccoli

Canarina 98.

giovedì 22 novembre 2012

Nonsense#97

Dovete sapere che a Rapporto Stretto, provincia di Strano Forte, c'è ancora chi ritiene che la causa della scomparsa dei dinosauri sia dovuta alla mancanza di testicoli attendibili. Stiamo parlando in particolare di chi restò incastrato a terra già con l'arrivo del circo in città, all'inizio della scomparsa. Qualcuno dotato di anagrammi esemplari questa sera illustrerà durante l’incontro con la luna, una delle teorie che sono state montate a neve per spiegare a freddo la tanto citata estinzione dei dinosauri; questa teoria ipotizza infatti che, circa sei decine di milioni interi di ettari compresi gli anni passati tra le vacanze al mare e i week end in montagna, sul mostro opaco bicolore sia caduto un grande asteroide ricco di placenta, ferendosi la testa. Qualcuno sostiene a spalle che l’asteroide responsabile non era di quelli elettronici che siamo abituati a bere per rinforzare le nostre difese umanitarie, bensì un piccolissimo campo da calcio dieci volte più esteso della tovaglia, soprattutto se rapportato alla bomba atomica, il quale potrebbe aver ricamato nello stesso giorno i terremoti stesi sui fazzoletti di terreno del pianeta A. L’evento ha inoltre sollevato un polverone sulle quantità e sulle qualità, ma nessuno dei gas presenti quel giorno ha ridotto la luce o innalzato le lamentele sull'asta. È stato semplicemente provocato l'intoppo astrale grazie però al quale la superficie terrestre riuscì a quantificare il numero dei dinosauri da estinguere. Numero pari a un numero pari. Decine e poche altre specie vegetali, come ad esempio il brodo, che in quel momento popolavano la stazione si sono ritrovate nel bel mezzo del marasma, aprendo le confezioni e moltiplicandole per due così da avere subito il risultato sperato. Questa sera verrà per l'occasione proiettato il relatore nello spazio apposito, così da analizzare la probabilità di allergie della Terra con corpi presenti nel sistema serale e le possibili conseguenze in ambito finanziario e giuridico.

mercoledì 21 novembre 2012

Nonsense#96

Negli ultimi giorni di questo nauseabondo novembre l'uso dei derivati della cannabis da pesca sta vivendo un processo di globalizzazione tra i vari coltivatori diretti, compresi i venditori di pesce spada e le ragazze punk che vivono sole. Lo sviluppo e l'utilizzo dell'erba buona come alternativa al già troppo compromesso ecosistema marittimo sta aumentando esponenzialmente proprio con l'individuazione di nuovi volti per la campagna pubblicitaria stessa.
L'Italia è rimasta molto indietro rispetto all'Italia, ad esempio. Usa e getta gran parte dei paesi europei. Fumatori e non fumatori ormai si convincono del potere arbitrale della cannabis fumando o non fumando, a seconda delle proprie scelte. Da queste piccole e fastidiose premesse è nata Teresa, uno spazio femminile comune a giovani ciclisti ed anziani tradizionalisti, medici di linea e conduttori di tram cittadini, casalinghe attive e segretarie di bordelli, borghesi impoveriti e falsi democratici impolverati; insomma Teresa è aperta a tutti coloro che abbiano voglia di impegnarsi per finire il tempo che corre nel nostro stivale, cercando di camminare comodi senza troppe considerazioni in quest'ambito. Fumando ovviamente le leggi del torto ben coscienti degli stati emotivi presenti nelle scarpe, soprattutto durante le sere infrasettimanali.

martedì 20 novembre 2012

Nonsense#95

Come può Dio essere rinchiuso in una perduta Ucraina? E come è possibile spiegarne l'esistenza solo attraverso l'impugnatura dei cucchiai? Possiamo noi figli della crusca documentare l'esistenza di un essere giulivo narrante o forse di un creatore delle sfere? Quello stesso uomo che si è rivelato nella storia danese e che raccoglie in sé il peso di un'argomentazione sfaccettata ha portato alcuni cantori medioevali a dedicargli dipinti sottili e piuttosto minimali, tanto che questo tizio dall'aria così infuriata sembrava addirittura stupito; o meglio, sembrava come se la sua capigliatura frontale dipendesse più da una condotta semestrale scarsa che da una capacità assorbente e che soprattutto non si curasse dell'apertura dei cancelli dopo le nove o dell'associazione a delinquere. Dio non è avviato a una carriera motoria e si rivela ogni anno ai pallini di polistirolo delle confezioni natalizie con estrema umiltà. Pezzi facili da montare a cui dedica il proprio spazio vitale vasto e organizzato, come un marasma ideale per le prove della sua esistenza intrinseca oppure di un litro di latte o, meglio ancora, di quella del fratello gemello (che tanto sono uguali). È un notevole sforzo quello che facciamo ogni mattina, quando troviamo per la strada pensatori liberi e truffatori abili e chiediamo loro i paioli di rame come prova tangibile della reincarnazione divina. Tali dimostratori si adoperano per non lasciare niente a metà, proprio per non saltare quei sette passaggi logici necessari alla sopravvivenza eterna, senza tralasciare il sapore dolciastro della zucca. Non è la rivelazione soprannaturale del Dio del rame che fa di noi dei giovani ed eclettici mimi, ma le ben più note schedine delle scommesse sui più devoti tipi di conoscenza tessile. Che la ragione di qualsiasi uomo debba raggiungere prima della pubertà un piano selvaggio è fondamentale e assodato, ma anche in questo caso ci sono ingredienti integrali piuttosto rari: qualcuno nega che nessuno sia soltanto uno, altri pensano ad un essere inimitabile e persuasivo, altri ancora giocano a carte. Dunque, né fermezza per la ragione, né superficialità per Morfeo: libertà sui campi lunghi cinematografici e fantasia a secchiate rigeneranti.

lunedì 19 novembre 2012

Nonsense#94

Leddemiusicpleiooooooh. Musica terapeutica come le carote bollite per i criceti. Ascoltare musica dipinta e mangiare carote bollite aiuta a migliorare la nostra temperatura interna. Non tutti vogliono vivere con i criceti oppure addirittura come i criceti, però molti attirano a sé gli esemplari più filosofici per poter ballare in cucina al ritmo di Berry Bianco. Tasti disordinati e biscottini con il buco decentrato affiancati ai centrotavola di pizzo che teniamo nascosti in ognuno di noi. È più utile di una palestra per roditori! Fidatevi! Due ore e mezza circa di viaggio per un po' di movimento blu, poi il ritorno verso il banco della verdura e infine una bolla d'acqua e un pizzico di sale scuro. La musica a pennello è terapeutica e quella arancione è la più richiesta ultimamente dalle piazze pronunciate. Tre milioni di ceramiche rotonde legate tra loro da fili di nylon e pennellini n.3, una palestra di sapori e segnali da decifrare che farà nascere una nuova cultura sotterranea alternativa e concettualmente ben strutturata. Criceti, pennelli e carote del mondo unitevi! Non credete ai miracoli a molle, prendete quota e assaporate le note respirando le tonalità giuste! Una lodata nazione si sta muovendo contro l'ostinazione comune a ritmo dei battiti più colorati e saporiti. Le case e gli armadi marciano verso i capannoni in direzione delle corsie dispari, niente sarà uguale con la musica dipinta. Mezzo litro per cominciare e poi via libera a stratosfere di arancione, cercando di eliminare la stupida convinzione che l'astio sia parte integrante delle versioni composte dalle tonalità base.

domenica 18 novembre 2012

Nonsense#93

Nell'epoca dei cerbiatti impuniti e degli eroi ustionati, il bosco delle funi colorate vede nascere al suo interno la canzone normale. E' finalmente arrivata l'occasione tanto attesa da tutti i ragazzi che si chiamano Stefano e che suonano etichettati. Festa grande dunque per la sottolineatura dei testi mondiali, presso il centro di accoglienza "Sudditi della Conchiglia"; tutti sono invitati a camminare sul lato ovest del palazzo armati di taglierino e inchiostro, possibilmente entro i 25 kg e indipendentemente dalla propria condizione sociale (sobrietà o ebbrezza accompagnate se minori di 1). Attorno alle ossa inferiori saranno presenti alcune installazioni che vedranno le tre fate candide (già vincitrici di cicatrici) confrontarsi tra loro sui tempi della ragione pendente. Sirene stremate e allarmi timidi, non avendo ancora offerto il proprio aiuto ai tecnici di reparto, annunceranno alle ore 15:00 l'arrivo del ricordo dimagrito, proprio il giorno dell'inaugurazione stregata: oh no! Non c'è più un giorno!
Un'indignazione totalitaria ed esentasse si è creata già nei giorni scoperti tra la folla sdraiata nel bosco e come una spietata mantide laica non intende lasciare impunito l'affronto.
La giuria lancerà un cappello nero nel lago clonato e la principessa meridionale prometterà ai partecipanti ben trentasette curiosi indovinelli da risolvere entro il giorno del suo incompiuto compleanno. Soddisfatta o rimborsata? E se carica di pesi corporei potrà ugualmente aprire il frigorifero dell'ufficio incontri proibiti, nonostante la vittoria tascabile? Non è detta l'ultima parola. Parola. Ultima. l protagonisti della cosiddetta «scalata verso il trattore» già a marzo si erano arrampicati sul fianco sinistro del bosco delle funi, quasi a determinati metri di altezza, ed erano scesi solo un tempo breve per firmare la carta dell'assicurazione che avrebbe determinato un colloquio con il ministro degli Affari Verdi. Si ricorda inoltre che l'involucro è aperto a tutti, non avrà l'esito sperato ma determinerà sicuramente una svolta per ciò che concerne l'ubicazione fatata all'ora del pranzo e la dieta su invito mescolato a caldo.

sabato 17 novembre 2012

Nonsense#92

Ma i vampiri del ciliegio esistono veramente? Due modi per rispondere: 1) attraverso un buco nell'acqua salata. 2) seguendo il movimento delle scale rotte. Un individuo con una folta capigliatura di marmo può rinnegare uno zio e consacrarsi alle potenze vaporizzate delle foreste pluviali, diventando un incontrollabile sogno di pericolo? Effettivamente è un po' come il Conte Dracula Rossi ha fatto nei secoli delle vacche grasse. Colui che era, durante la vita, sarà anche durante. I vampiri dei ciliegi sono forestieri, chimici esseri secchi e prepotenti ladri di sviluppi scientifici. Il loro cuore è carnoso e succulento, lento e veloce a ritmi cardiaci alternati, tanto polposo da sorprendere anche i primogeniti. Che sia verità o ferita leggendaria questo lo stabilirà il grado di anemia risultato dagli esami individuali, poi per qualcuno invece può essere solo un ronzio quadrato e demagogico con conseguente perdita delle allucinazioni primarie. Si vedono spesso per strada solo due ferite aperte e così, dopo alcuni giorni passati sulle nubi scoperte, ecco che tutti i Conti gridano al miracolo. Se il vampiro del ciliegio esiste, cosa che ha causato ultimamente il contagio delle camicie cosmiche, probabilmente non è ancora stato chiamato all'ordine giusto e la forza raffinata della selvaggina attorno alle vittime inizierà a girare su sé stessa. Ammesso che le vittime non siano già addormentate. Un Nosferatu dolciastro senza nocciolo, anch'esso come il Conte, assetato di china e pennini. L'unico modo per scoprire se l'interruzione del processo che stiamo creando al fine di favorire la vampirizzazione della frutta, consiste nel vampirizzare la pianta già alla nascita e i frutti già alla morte. Alla lunga queste leggende sfornano piastre di colla di coniglio (utili ad esempio a carnevale) quando i vampiri dei ciliegi, ammesso che esistano, si sparano in testa quintalate di dolciumi appoggiati alla ringhiera delle scuole pubbliche, fomentando paura e brillantezza e dimenticandosi totalmente quella che i portatori sani di lampadine chiamano "astrologia vegetale organo-vampiresca".

venerdì 16 novembre 2012

Nonsense#91

C'è sempre un girocollo in fondo agli occhi. C'è sempre un occhio di riguardo per le mosche più alte. Non è misericordia, è una coscienza eterna nel trovarsi all'interno di cose che non sappiamo nemmeno noi gestire, soprattutto a 51 anni divisi in tre tempi. Due persone a bordo di un peluche possono difettare lo stato attuale delle cose. E se la confessione arriva tramite gastroenterite, il peluche in questione probabilmente non era un cavallo; fosse stato un coniglio a due zampe la fecondazione assistita sarebbe stata sicuramente imparziale. Avere un girocollo in fondo agli occhi non è sempre inquietante. Non permette di ripagare totalmente il numero dei pedoni che si presentano alla visione estrema del pensiero libero, ma consente una carriera di aneddoti senza filtri attorno al sistema idrico emotivo. Quando arriverà il momento in cui è necessario diminuire la plastica e aumentare il peso piuma, gli ingranaggi funzioneranno secondo i canoni dell'imperfezione energetica. Un caffè in due. Fermi lì. E poi ripartire. Vivendo di vicinanza. Alla distanza ravvicinata del quindicesimo tipo.

giovedì 15 novembre 2012

Nonsense#90

Non è esploso. Quindi? Sì che lo è. Non so. Per me corre ancora. Per te. È arrivato? Forse ieri. Quando? Mattina. Pomeriggio. Sera. Perché? Non ha la forza che ha chiesto. Tipo un torero. Contro. Assolutamente. Sei in diritto o in dovere? Dovere è come dipingere un quadro. Etnie e disagi. Hai una scusa almeno? La scusa è chiusa, in casa. Ma la casa è rovesciata. Quindi? Abbassati fino all'ultimo giro di giostra. Poi? Stai lì. E adesso? Fermo. Respira. Ci hai provato. Tipo posta raccomandata. Hai firmato? No. Perché? La statura. Sempre la stessa. Il collare. Dimenticato. E poi? Stringe. Vedi? Soffoca. Rosso. Sangue. Fa schifo 'sto piatto. Cambialo. Non sputare. Usa la lingua. Sei andato? Giù giù giù e poi su. È profondo. Hai paura? Forse. L'hai? Trovata. Tutto a posto? Posti numerati e limitati, quindi svelto. Come la schiuma del sapone. Finta. Cambia la città. Su due tipi di verità. Cambia nome. Mio. Doppio. No. E tu? Fatto. Come il torero e come la schiuma del sapone. Finzione e rarità. Hai pensato, riflettuto? Alza il pelo quasi come una cresta. Onda su onda si formano i fiumi di storie. Utili e poi? Basta, tutto finito, fango. Ovunque. E resta acceso anche se c'è fango? No. Vedi? Quindi? Corri. Corri. Via. Torna. Dove? Chi lo dice? Chi lo sa. Chi lo sa non te lo dice. Bene. Male. Male. Male.

mercoledì 14 novembre 2012

Nonsense#89

Tu hai dei seri problemi.
No, tu hai dei seri problemi.
No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi. No, tu hai dei seri problemi.
Tutti hanno dei seri problemi.
Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi. Sì, certo, tutti hanno dei seri problemi.
Beato chi non ne ha. Beato chi non ne ha.
Beato chi, non ne ha. Chi? Chi non ne ha. Beato.
Chi non ne ha, beato. Beato chi, non ne ha. Beato chi non ne ha. Beato, chi non ne ha. Beato chi. Ma chi? Chi non ne ha. Chi, non ne ha. Beato. Beato chi. Non ne ha.

martedì 13 novembre 2012

Nonsense#88

Bla bla bla. Attenzione: è un nonsense, arginare con cautela. Reggere ardentemente il biglietto imperativo prima di soggiornare nel locale areografato. Aut. Min. Ric. Est. Mas. Rid. Primavera-inverno non somministrabili in separata sede durante la moda milanese. In caso di eritemi contattare subito la maestra di fiducia. Eri tu. Ero io. Era il tema. Se hai preso 4 probabile reazione allergica ai componenti. Episodio estemporaneo e isolato se hai guardato tutta la serie. Ti sei perso la numero otto? (No, non si sono più sposati.) Allora acquista il decoder e potrai rivedere ogni volta che vuoi quello che vuoi, ogni volta, se lo vuoi. Puoi registrare il voto e farlo firmare. Puoi registrare tua madre e tuo padre. Oppure portarli firmati la prossima volta, con la ricetta del medico; lui è un gran cuoco. Il medico. Cucina ricette mediche. Non abusarne, possibili eventi collaterali interessanti e gratuiti. Al costo di due euro puoi vincere fino a centomila. Uno e nessuno, subito al mese una tantum verde dopo vent'anni. Fine pubblicità.

lunedì 12 novembre 2012

Nonsense#87

X sta a Y come una corsa agli antipodi sta alla fine di un discorso. È un po' come la classica ma mai scritta storia del lupo anticonformista: la sua lunga lingua colora le cose, ma è il folto manto che fa per sé. Nella sua pancia non si possono trovare due telefoni a scatti o dieci palloncini ricoperti; infatti tutti gli elementi sono nascosti sotto di esso e tutti fanno parte di quei caratteri di costrizione che possono aggiustare le divergenze parallele dei discorsi resi pubblici ma mai iniziati. Questo è il concetto. Non sempre basta, a parer mio, dire. A volte sì. Ma anche raramente. Fosse così divertente io lo farei sul Serio. Poi c'è chi preferisce il Po, ma non è detto che la fiaba sia nata anche lì. Notare. Ho detto nata. Comunque per una corretta alimentazione basterebbe un po' più di concretezza, altro che fiumi. Per questo vorrei essere femmina. Sarebbe più elegante e comunicativo. Ne sono certa e posso anche mimarlo, proprio come il famoso lupo anticonformista. Sono i piccoli e ruvidi insegnamenti che regalano le quasi mai distorte e più che mai spaventose sorprese, come effetto deterrente al fine di combattere l'inizio. Sintesi a suon di fisarmoniche, andare di pari passo incontro alle voci, teatralità e riconciliazione come spunto acerbo di debolezze azzeccate. Le storie popolari non sbagliano mai, quelle al gusto gianduia purtroppo sì. Ma è solo una questione di eco.

domenica 11 novembre 2012

Nonsense#86

Se stai cercando quei piccoli specchietti fatti di lastre spaziali non puoi contarne più di cinquanta al minuto, né tantomeno abbassare il tuo riscaldamento interno. Lo ascoltano tutti. Però ti ostini e tocchi il futuro meno motorizzato senza pensare che Roma non è Tokyo. Ricostruisciti svelto. Per spaventare la nuova onda che ti sei fissato nelle braccia non puoi lasciarti come un biliardo sotto il sole, stando comodamente seduto ad attendere tutti i fratelli di sicurezza, puntualmente a nord del tuo passato. Potrebbe essere positivo, certo, ma se non trovi gli oggetti spenti che ti servono, devi anche pensare che non c'è nulla di più tossico delle collezioni musicali. Allora ti propongo una cosa: tu non vuoi superare il tronco e io non voglio giocare sulle foglie, giusto? Quindi spegni gli occhiali e carica almeno tre vecchi dischi aperti e affondati nella sabbia piena di tasselli decollati già da tempo, puoi farcela. Ricostruisciti. Io sono tornata indietro scoprendo che la stanza a sinistra aveva almeno vent'anni di esplorati chilometri. I segreti confusionali ci sono per tutti e non possiamo mescolare le alte carte personali come fossero satelliti. Ricordati di chiedere. E suona ancora. Ricostruisciti ancora. Suona per terra, suona i fuochi contati e i lanci ambiziosi. Suona tutti i tuoi complessi spazi distanti che trovi dietro e urla le novità più stellate sui tetti dei grattacieli di lancio lunari, ricostruisciti. Sempre. Senza orbite lamentate, ricostruisciti come nessuno ti ha mai programmato per imparare a vivere le missioni seriali.

sabato 10 novembre 2012

Nonsense#85

Ho pensato, diversamente da me o dalla chiave, che una tappa assolutamente da non marcare durante il viaggio che faró là piuttosto che qua, sarà la traiettoria che si trova a poche centinaia di metri da lì. Questa organizzata meta (ho letto sul San dei Santi) ha la particolarità di arricchirsi con giochi garantiti e spettacolari, spettatori vegetali fino all'ultimo figlio e luci di periferia nominata. "Un vero e proprio lavoro nel centro di sempre!" Così dicono. Questa particolare nostalgia vacante è composta da una stella a forma di vasca a corde che durante la ritmica dell'acqua fotografica sistema l'indice di prenotazione dei turisti che precedono il Natale dell’acqua stessa. In fin dei canti atmosferici essa non è altro che una grande ma semplicissima, qualcosa! Già me la immagino! La cittadina in traiettoria non perde mai la sera e verso l'ora del profumo dell'aria, quando l'insospettata epoca dei viaggi diventa magica e addirittura grafica, offre una cornice in un bicchiere e una mattina destata tutta da pattuire. Se non ho capito male probabilmente non ho capito, pertanto farà cadere lei. All'osso. Il tipico pan del tavolo lo si può trovare in tutti i generi aperti e ospitali. Da evitare gli ospedali per via delle strade strette. Il programma del viaggio prevede ma non dice. Oltretutto consiglia di indossare vestiti vintage, Soprattutto di leggere Sigismondo mentre Innanzitutto consiglia grissini a gruppi di massimo 5 scene. Io la macchina da portare la scrivo, così sto tranquilla, ricordata e immobile!

venerdì 9 novembre 2012

Nonsense#84

Prendete un paio di forbici a x. Prese?
Strappate l'acqua al vostro mulino. Strappata?
Aspettate in un'altra stanza 47 piccoli secondi. Aspettato?
Chiudete bene i racconti. Chiusi?
Tagliateli in 3 parti distinte. Tagliati?
Leggete le istruzioni sudate riportate in velocità. Lette?
Ora spiegate il perchè delle case. Spiegato?
Scegliete il colore chiaroscuro meno scelto. Scelto?
Attaccatelo alle sostanze estreme. Attaccato?
Gettate via le forbici senza toccare la x. Gettate?
Avete creato un gentilissimo pezzo di scimmia che potrete usare come accendino durante le vostre feste lasciate in infusione!

giovedì 8 novembre 2012

Nonsense#83

Caratterizzato da una forma trasparente e dal muso a strati, con una mandibola verticale molto allungata, il *** ha una colorazione nero-giallastra sulle piante dei piedi laterali e marrone sul ventre posteriore, con delle macchie appese alle costole e delle strisce di pelo sulle palpebre. Questa colorazione è ottimale per dissetarsi. I maschi e le femmine sono assai simili e difficilmente assorbibili dal terreno. Nè tantomeno assimilabili sulle coste. E nemmeno affondabili nei grossi torrenti armati. Il *** conosce solo poche ma assai larghe parole, che emette con suoni acuti e istinti aguzzi. Si mimetizza grazie al palato muscoloso e riesce a sopravvivere anche sull'acqua chiusa a temperatura ambiente.
Appartiene alla categoria dei *** e può raggiungere i 2 grammi di cibo rimasti a terra dopo la lotta. Il *** è un predatore calmo e pacato, violento nella corsa vera e scaltro nella pirateria di gioco. Grazie alla telescopica gola è in grado di spezzare materiali resistentissimi con un fitto colpo al cuore. Non ama rincorrersi da solo e preferisce rimanere a guardare le lettere in stampatello che fiuta nel terreno. Il *** nuota restando fermo sull'erba e, non avvicinandosi mai all'acqua, si affida per lo più alla vista utilizzando le più svariate proprietà organolettiche. Il suo habitat è costituito da case di tetti e a volte anche da vicini molto potenti, fino a 100 metri di altezza. Viene normalmente associato a geni sconosciuti, ma è in realtà abbastanza frequente nelle discoteche estive. Quello più emblematico, le cui carni sono molto distese, si divide a nord nelle praterie casuali che incontra durante le pause e si sposta verso acque lontane più adagiate senza toccarle, dove la sua stirpe si nutre di tentacoli riproduttivi.
Cos'è?

mercoledì 7 novembre 2012

Nonsense#82

In tutti i labirinti del Messico è necessario illudere l'uscita semantica. Riuscirai a trovare l'uscita del labirinto prima della metamorfosi delle strade sterrate e del cambio di statura del tempo messo a disposizione dai tuoi avi? Inizia a giocare controcorrente e raccogli subito la pedina assente in cemento armato che trovi sotto lo zerbino magico, così riuscirai ad aprire la porta della ragione. Ma se non avrai ragione il gioco si interromperà distruggendo i fogli passati che dividono te da loro. Se unisci tutti gli orologi dei corpi nel tempio potrai aumentare l'intensità della luce delle idee. Arriverai così al secondo livello e scoprirai come rimanere all'interno dei fenomeni olfattivi che precipitano dal cielo per accumulare i punti sui gigli. Ricordati di prendere al volo l'acqua sparata dalle voci esterne per colpire i ponti di gioco e porta i tuoi nemici sulle onde vorticose dei topi roteanti. Arriverai alla fine se giocherai con un fante di tre, accumulando le soglie nella vetrina scordata in partenza.

martedì 6 novembre 2012

Nonsense#81

Quest'inverno che non si decide ad orientarsi andranno molto di moda gli sbadigli linfatici come alternativa ai soliti stivali spellati. Giochi di fili annodati, di luce calante, di calore lucente e di brillantezza spagnola che regaleranno sfumature abissali dal grigio mirto al marrone nebbia, con un unico accento vegetale tipico delle calzature invernali invecchiate in botti di silicio. Saturno propone due modelli sempreverdi con i tocchi di campana resinati sui tronchi, alti tacchi che profumano l’aria di pino scamosciato. Aloe consiglia invece la neve in sciroppo da abbinare a top sfavillanti bordati di pepe per serate lente, come quelle passate in macchina da cucire con il tempo immobile dei pastrani di una volta. La moda scalata di questo inverno cercherà di portare quella quiete e quello spirito di divulgazione sintetica che spesso e sempre più volentieri viene dimenticato dagli stilisti assopiti, se non addirittura rimosso in vendita. Sarà l’inverno così della luce che fuoriesce dalle suole e dell’estro solista delle paillettes cinetiche sulle fibbie accese, meglio se in oro e mirra, ma anche delle borchie automobilistiche per chi non vuole contemplare lo spirito ortodosso; ritornano poi le spille masticate, simili agli attrezzi del futuro, per chi vuole apparire come un gabbiano in autunno. Ed ancora glitter spinti per chi si sente un po' tubetto e un po’ cucina. Un estro fatto di prelievo sobrio, senza quell’eccesso di colesterolo pieghettato, lontano dalla voglia di frenesia che ogni donna incollata cerca. E mentre scongiuriamo la prima vera e neutra nevicata di pulci, con la sciarpa stesa e il cappello antivirale, l’inverno si può preparare con una buona dose di malizia stoicamente lamentata. Quella stessa originalità che ci rende degli alti e ricercati suonatori di basso con sandali rasati a terra in stile country.

lunedì 5 novembre 2012

Nonsense#80

Lo scopo del corso di stasera è quello di spiegare a voi qui presenti il "Concetto di tendenza universale inappropriata". Bene. Il concetto di tendenza universale inappropriata, contrapposto all'opera lirica inadatta, è quello di avere una finalità a segmenti fissati su una cassaforte interiore strumentale messa a confronto con: quella determinata tendenza, quello specifico problema e quel particolare astratto. Tutti voi sanno che il problema dei tendenti all'universale risiede nel costruire da un lato il vettore ormai congedato, dall’altro il vertice di unicità come essenza fondamentale positiva con la realtà contrapposta ad una verità anatomica nascosta. È principalmente una ritrovata metà fisica, che spinge gli studiosi tendenti allo stile universalmente interpretativo verso le inevitabili ripercussioni surreali dove le riposte ai vari quesiti ritmici non possono esistere nel campo specifico della cosiddetta "pantomima agnostica" e cioè nel rapporto forza-rivoluzione. Ecco. A tal proposito... Al problema statistico di massa si risponde con dodici tipologie di soluzioni studiate laicamente: trascendenza, redenzione, indicizzazione giornaliera distorta. Le restanti nove sono da reinventare. Esistono poi alcune, come dire, entità finalizzate al trasporto puritano che solo gli universali tendenziosi possono conoscere. Le essenze naturali messe in relazione alle varie finestre sociali introspettive sono nascoste nella nostra mente e vengono poi immesse nella realtà delle parti rinate dopo un'attenta vendemmia astrale. Chiaro.
Immedesimarsi nell'atto universale presente o non praticato con forme o sostanze fortuite è spesso un prospetto che i tendenti costruiscono orizzontalmente seguendo determinate specifiche tecniche e di pensiero decadente. Se alcune correnti orientate all'assurdo negano qualsiasi funzione agli universalmente indotti ecco allora che si parla di costruttivismo empirico vagante. Questo più o meno per spiegare brevemente e con parole semplici la tendenza universale, si... ecco, c'è qualcuno in sala che vuole fare una domanda, aggiungere qualcosa? Prego, venga pure.

domenica 4 novembre 2012

Nonsense#79

Storia democratica per bambini finti.

C’era una volta dentro un ruvido tamburo un vecchio commerciante di bauli afrodisiaci, che saltando e rincorrendo i sacchetti di carta sui viali del tramonto, durante tutta la sua vita aveva accumulato molteplici ceste di uva impermeabili. Il povero ricco però non riusciva a vivere le sue giornate in agiatezza senza sputare i noccioli di pesche, invecchiò dunque prematuramente senza maturare sugli alberi al sole. La carta stagnola non era sufficiente al sostentamento delle donne e dei bambini non battezzati e non avendo mai nutrito il suo cavallo nel modo corretto, un giorno piovoso si rese conto della forma che il suo corpo aveva assunto. Una forma strana. E allora la licenziò; si ricordò del posto assegnatogli in aula, preparò subito la carta da parati per abbellire i marciapiedi e dopo avere studiato i proverbi medievali se ne andò per la sua strada, raggiungendo un'altra cesta di uva colorata di pesce.
Fabbricati i soldi necessari per far ridere tutti gli amici delle pesche, il commerciante cinese dimenticò tutti i martelli che lo avevano fatto soffrire, restituì il quadro rubato al museo della frutta e della verdura al medico svizzero e si decise finalmente a scongelare il freezer. Rimase così, solo, freddo e senza carta né martello. Il giovane asiatico smise di mangiare i cappelli di paglia, accettò l’invito a nozze e sposò la bella principessa piumata che vomitò da subito tutta la stoffa cucita negli anni. Il matrimonio durò sette minuti e per farle passare la nausea la attaccò alle ruote della carrozza nuziale. Ebbero un po' di figli che regalarono a tutte le zitelle del paese, come ringraziamento per il vapore inalato e buon auspicio per la crescita della cicoria. E poi vissero felici a giorni alterni, festività comprese e ponte del 2 giugno.

sabato 3 novembre 2012

Nonsense#78

Buongiorno a questo tedio che si desta con fortuna, buongiorno al tuo lucchetto mentre bevi il mio caffè, buongiorno per le notti con un salto improvvisato, buongiorno alla memoria già tornata più tagliente che per la prima volta mi costringo a compiacere.
È un buongiorno silenzioso sopra un nido di due vespe, sulle scale del sospiro e sotto i ganci del mattino. Buongiorno con la voce assai crepata di una sera ipnotizzata e un buongiorno tagliuzzato di una serva ammutolita.
Buongiorno alla posta di testa dei sognatori e buongiorno alla parola di pancia dei vincitori.
Buongiorno a te che sei l'intoppo tra due ruote che volevano girare e la fine dell'inizio che doveva cominciare.
Sento un filo, taglio il miele, giro l'acqua e devasto il tuo buongiorno, una veste senza ponti che inclinerai sul mio sentiero.
È un buongiorno fatto d'aria con le gambe un po' deluse. Buongiorno alla foresta dei bottoni e buongiorno all'anello dei dottori, alle piante sotto sale e alla sala sempreverde. E se scappando dalla diga tu non prendi il mio buongiorno, ogni ora rasa al suolo è un passo indietro nel soggiorno.
Buongiorno a te e buongiorno a me, buongiorno se la fame mai placata conta i chiodi degli assenti di una festa già perduta.

venerdì 2 novembre 2012

Nonsense#77

Una volta mia zia si è trasferita in Indaco perché aveva trovato un orecchino d'oro e lo aveva lasciato all'interno della cassetta postale dell'ufficio informazioni satellitari, nel paese dove viveva con un suo cugino magenta mai incontrato. Un giorno suo marito invertì i colori dell'indirizzo destinato all'inquilino Carminio, il quale sarebbe arrivato di lì a poco a disinfestare la casa di legno. Io già sapevo che il nuovo arrivato era un tizio un po' frustrato, un tipo a pois, forse a causa della fontana chiusa per il freddo, ma mia zia che è architetto non lo sapeva; a marzo però lo scoprì nelle vicinanze verdi. La nuova abitazione di mia zia aveva un significato sottinteso: non era mai stata progettata dal padre di Cadmio, che tra l'altro è anche il mio colore, ed era finta per metà. Mio zio dopo aver invertito il numero civico non riuscì più ad entrare con la sua grossa auto nera, pertanto per un paio di mesi bianchi si sentì trascurato soprattutto in presenza del nuovo inquilino, lasciando carriera e tutte le cerniere verde militare aperte. Io non posso più rimanere in contatto con loro solo tramite le lenti, spero che arriveranno a scoprire tutto l'affitto ad una distanza ravvicinata di almeno due anni.
La zia a quel punto deciderà di mettere spazzole e spazzolini nell'anticamera togliendo tutta la saturazione e aumentando il contrasto, mentre zio si porterà a casa un nuovo animale acquatico. Spero azzurro. Non dovrebbero avere nostalgia della tartaruga nonostante uno dei due dovrà cedere alle pressioni arteriose del nuovo inquilino. Per ora rimane tutto così com'è; trasparente. L'agenzia non pretende nemmeno la ristrutturazione cobalto, né tantomeno si aspetta percentuali dannose e fluorescenti.

giovedì 1 novembre 2012

Nonsense#76

E fu dentro il nodo di quel fiume sconosciuto a te noto che scorreva scuro scuro sotto le pieghe del cuscino e si annodava tra la sabbia del letto finito, che noi ci perdemmo dentro un patto dal formato insolito, chiuso come una buca scavata sopra il vento azzurro delle confezioni ecologiche, arrivando a falsificare i nostri denti contro il muro.
Ma tu fai sul serio o salti?
L'atterraggio è arrivato un po' per caso e un po' per fischio, tra le guance di ceramica arricciata e le smorfie legate alle dita, e noi costruimmo svelti uno schiocco recintato. Per non farlo scappare dal consumo smisurato della gente maleducata.
Con l'intento di sfidare chi non lo sapeva ancora. E mai lo getterà via. E' troppo facile per essere fermo o è troppo finto per essere lontano? Io sento vicina l'aria lineare che catturo e tu? La sento con il naso e la respiro dalle orecchie. E tu? La sai scrivere? La stessa mia? Io sì. E tu?
E come fai a starmi? E tu?
Ma che cos'ha la pelle di diverso rispetto al cane? E tu?
E un solo battito di cuore commentato a comando cosa provoca rispetto al sonno soffiato di un gatto? E tu?
E dopo aver riempito il cielo di pennarelli raccolti nei campi più semplici e dopo aver risolto ogni briciola di pane sul fianco e dopo aver aggiunto quattro nuovi gusti riuscirai ad accorgerti di come si diventa destinatari felici? E tu? O è solo una bustina di the?
Una sorpresa al minuto e un gradino fatto di temperature regolari. E tu?
Commerciammo i fenomeni più leciti e ci somministrammo quelli più illeciti. Ricordo che ad un certo punto pensai: e tu? Un mendicante effervescente ci regalò un'indicazione salutista sui respiri pari. La seguimmo e ci saltammo dentro. Come un'esistenza morbida distribuita e distillata in primavera. Un po' balsamica e un po' a stento. E tu?