mercoledì 26 giugno 2013

Nonsense#313

Non domandarsi mai quanto pesa un chilogrammo di stupore. Nuoce gravemente al proprio sudore. E soltanto una doccia sotto un salice piangente può esaltare quell'attrito che si è creato da tempo tra i rami, ora bagnati, adesso asciutti, prima umidi, dopo asciugati; arrivando a creare un gioco di luci colorate, intrecciate e intraprendenti (tanto che si spengono dal sole con l'arrivo dell'acqua salata), che si possono notare soltanto un centinaio di chilometri più in là, rispetto al pianto in risaia. Quando ormai avremo già perso il nostro chilogrammo di stupore, sentendoci addosso il profumo di un oracolo frantumato in mille pezzi, dopo una doccia emozionalmente devastante, per certi aspetti che si trovano sotto certi punti di vista, annebbiata. Sotto tutti i punti di vista va tutto bene, anzi, di bene in vene. Che è più diretto.