domenica 17 febbraio 2013

Nonsense#184

Te lo dico? Te lo dico? Te lo dico e te lo ridico? Te l'ho detto, te l'ho ridetto. Te l'ho detto, te l'ho ridetto e te lo scrivo pure. Detto, ridetto, scritto. Firmato. Premesso che questa storia è chiaramente una sconfitta di un pezzo del proprio corpo, io dico che ci vogliono alcuni provvedimenti per avere un sostegno, o perlomeno una riduzione, oppure una rimodulazione della volontà interna, come fonte di sostentamento astrologico-sentimentale. Ognuno ha le proprie carte in tavola pronte per essere mangiate, ma a fronte dei problemi di sicurezza amorosa, banale o astratta che sia, bisogna come prima cosa, costruire una legge ad hoc che tenda a spostarsi parallelamente all'ago della bilancia, il quale determinerà automaticamente la nostra posizione rispetto al contrasto tra azioni e pensieri in una vita a due corsie. Se nella frizzante atmosfera del circo delle dita offerte, anche virtualmente, riuscissimo a trovare il meglio di una dolce influenza senza allenamento, tutta la vita davanti parrebbe una irresistibile camminata di almeno ottantanove chilometri. Intercettiamo sempre le formule giuste per sentirsi completi ad ogni occasione, solo così te lo posso dire e scrivere, senza affrontare le minacce miracolose, come se mi trovassi di fronte ad un'uscita di sicurezza blindata a sangue. Un'uscita al mese aiuta a fare i conti con i prestiti a schiocco, chiesti correndo da una burocrazia complicata (matrimonio) ad una inutile e contraddittoria (more uxorio). Firmo qui.