sabato 9 febbraio 2013

Nonsense#176

Dall'età di quindici anni sono una fanatica protetta a luce pulsata. Sarà stata la pressione dei pneumatici oppure l'architettura delle case attorno alla scuola (bruciata da me), o più probabilmente la voglia di aggiudicarmi la prima fetta di torta, che tanto a quell'età mica si pensa alla linea perimetrale dei giochi di gruppo; a quell'età bastano i centri sociali sulla via di casa, dove le fette di torta però non si trovano tutti i giorni. Fanatismi impropri di rara bellezza, per la precisione, come era - al tempo - improprio anche l'uso gratuito dei sostantivi tra ragazze e ragazzi della stessa età giornaliera. Colori sui capelli e generazioni masticate alle sedici della domenica. Ecco perché le fette di torta le gustavo immergendomi negli anni di nascita meno vicini alla cucina, come solo una matita in mano ad una fanciulla dai capelli lunghi (e poi dopo pochi minuti corti, causa timidezza impressa nei sottoscala) si sapeva immergere, dentro ad una vasca di colla alla fragola, mentre aspettava il suo pasticcere di fiducia, per decorarsi dalla fronte in giù. Non tutti a quindici anni si ricordano le modalità di immersione (non sto parlando di immersione a corrente), pertanto credo di essere stata brava oltre che fortunata. Tra pochi minuti ritorno in quella vasca fiorita perché c'è un vento gelido da queste parti, necessito di pasticceria su stoffa, nonostante non sia stagione di fragole e non sia nemmeno il caso di usare dei collanti sintetici. Perché, si sa, i collanti sintetici sono i più resistenti delle fragole di serra, ma cadono, scivolano a terra e chi li usa rimane bloccato, fregato, scottato, mangiato. Beh, a pensarci bene non è poi tanto male.