mercoledì 6 febbraio 2013

Nonsense#173

Grazie ai seguaci che litigano con il sole, lui ci attende con un nome raddoppiato, in compagnia della consuetudine nella zona numero uno, che non è un fiume. Sempre dopo la metà, sempre parlando a bassa voce, perché forse non vuole disturbare, con un sapore di erbe e limoni; poi ci dicono che fondamentalmente è un modo per comprendere i gradi o gli stemmi, per capirsi autonomamente a fine mese e forse anche per capirci qualcosa in più di qualcosa che non si sa. Come, quando, dove e (a te un) perché. Però, ad un certo punto, ecco che il giorno - dopo aver guardato l'ora solare, credo sull'orologio al suo polso senza interruzioni - finisce, mentre un altro giorno inizia (credo che non sia lo stesso di cui parla all'inizio e anche se non lo dice lui all'alba, non importa, perché avviene contemporaneamente.) Eccolo, un giorno in più per fingere spinte in avanti, solo se si ha voglia e tempo, giustamente; per vedere le immagini rarefatte come se fossimo in pieno novembre e per vivere la notte dolciastra. Ripetitiva e senza senso è una preghiera sotto copertura.