mercoledì 8 maggio 2013
Nonsense#264
Il Cantico delle Giunture di Francesco Corto Assisi, uscito da poco nelle più belle librerie in legno del luogo, è un testo scientifico autobiografico molto antico della poesia italiana, nonostante sia. Se così fosse. Si conosce ancora oggi, tanto da pubblicarlo in ben due lingue distinte per natura, perché fu scritto volgarmente, parlando chiaro. È un testo costituito prevalentemente da capitoli di tolleranza tra uomo e scheletro, in un contesto laico come può essere la natura circostante. Una visione articolata su una mera realtà cosmica e anticosmica, allo stesso tempo, a tratti positiva e a tratti astratti, in tempi moderni se non addirittura sospetti, fatta di fratelli omeri e sorelle, anche, di poca carne e tante ossa, dove l’uomo si esprime a livello concettuale sopra tutti gli altri esseri, in quanto anch’egli privo di un'ossatura stabile ed espressiva. È una storia commovente e traumatica, determinante per la postura in versi, come tutte le grandi opere reumatiche, soprattutto quelle dell'umanità dell'arte, applicata alle giunture poetiche in rime.