giovedì 16 maggio 2013

Nonsense#272

Il divano di mia madre, se utilizzato in piena notte, non mi fa sognare hamburger o patatine fritte. Sarebbero tutte calorie sprecate, solo per urlare di colpo, a squarciagola, il numero sei in sala. Sei in sala, in piena, notte. Cosicché lei vaghi dall'altra parte della casa, più precisamente come se non certo lei ma forse qualcuno che possa sentire e chiudere di colpo ciò che vuole. Eh? Non lo farebbe mai, ne sono certa. Nemmeno quando mi viene quella strana sensazione di avere le formiche sotto le mani, ma non schiacciate, aperte. Capita spesso lì, ma molto più raramente là. Però é sempre bello, lo ammetto. Un ricordo preciso è proprio questo, il divano, l'hamburger e il numero sei. Tre elementi che fanno di una notte qualsiasi con un cielo ambrato di piombo, un sacco a pelo vecchio e arrugginito, al quale manca immensamente una perturbazione astrale che possa sconfiggere la distanza creatasi. È quella che ci porta a stare sui divani in piena notte, anche perché le formiche difficilmente ci fanno paura.