Quella che mi propongo di scrivere oggi non è una semplice cartolina con un messaggio a otto bit, magari mozzafiato, ma una cartolina in cui sarete voi a scriverne il contenuto, ritmo cardiaco permettendo. In questo nonsense noterete infatti come ci spostiamo dal foglio bianco utilizzato nella vecchia e obsoleta dattilografia, alla cartolina, fronte e retro, est e ovest. Il retro, privo di contenuto, sapete già tutti come funziona, per cui ci concentreremo sullo schermo piatto del paesaggio a nostra disposizione (anche se non è lunare) e per riuscirci dobbiamo per forza calarci nei panni di un maniscalco che posiziona il concetto da spedire a ferro di cavallo. La cartolina rituale che potete prepararvi a scrivere attraverso le vostre leggende metropolitane, deve però avere un particolare a distanza: essa infatti sarà una cartolina posizionata, attraverso i cinque sensi, dentro l’immagine che un post, meritevole di attenzione, vuole sensatamente comunicare. Quando vi sentite in vacanza, lasciate sempre libero lo spazio per il post successivo, ponendo il vostro sguardo verso il paesaggio più vicino, come può essere una terrazza, fino a quando inizierete a notare che qualcosa, che prima era tangibile, diventa improvvisamente virtuale. Se abbinerete le sensazioni alle immagini non captate e ai suoni non troppo accesi, riuscirete a raccontare uno scatto. Cosa vedete, leggendovi?
Quanto vi sentite lontani dalle vedute? È un esperimento da esprimere con le mani, una sorta di repellente per mentalità frenate.