lunedì 8 aprile 2013
Nonsense#234
Quest'oggi ho apparecchiato per due persone a me care, un intenso monologo senza scopo di lucro, intervallato da sporadiche risposte sull'infinita e particolareggiata tematica della gustosa memoria a senso unico e irripetibile. E cioè l'esistenza, la scomparsa, l'infinito, il giudizio nella storia, l'amore e la morte stessa, messe a confronto con il viso di chi ci sta, o stava, di fronte. Sostituire a tavola l'intenso con il poetico e il filosofico senza respiro di parola, risveglia in un essere umano ancora in possesso della propria capacità universale, l'immagine dello sbadiglio eterno che follemente si insinua in faccia al companatico scelto e destinato al monologo. E' scientifico, seppur poco ostentato. Va da sè che se apparecchiamo senza dimenticare il concetto più appariscente che è (a detta di chi lo conosce) la parte migliore del momento comune, non potremo mai più lamentarci dei silenzi all'interno del monologo. Da maneggiare con cura, la storia della bomba e dell'amore si ripropone sempre sulle tavole imbandite di memorie contestuali poco appetibili e, soprattutto, senza quel lieto fine drammaticamente ingombrante.