lunedì 15 aprile 2013
Nonsense#241
Le persone che ti seguono per iniziare un viaggio ergonomico fatto di minerali autentici, che poi è la vita pubblica assaporata dai piccoli gesti del vissuto personale e rapportata ai giorni nostri passati sotto un tavolo, ti insegnano come un bene prezioso, ovvero la pietra di un fiume arido dopo sette mesi di fantastica simbiosi, sia importante per poter saltare da una parte del ruscello all'altra. La tua famiglia, presa in maggioranza, ti da gli strumenti riciclati e gli unici tre mezzi nascosti per riadattare in modo sempre più scomodo le tue mani alla vita. Viene poi un momento, quando hai modificato la tua targhetta sul campanello, in cui non ti va più di fare solo asfalto e cemento, ma vuoi che questo viaggio sia la prova della luminescenza dei minerali più effervescenti che ci accompagnano e allora inizi a sentire le lancette di un orologio, o forse di una persona, che non sono tanto facili da trovare; così ti illudi e borbotti in bagno mentre ti accorgi che è primavera e la cosa certa è che quando trovi la lancetta dei secondi, ti asciughi al sole solo grazie al passare del tempo. Il viaggio della pietra ogni tanto presenta un conto durissimo da digerire, a grandi o piccole fette non importa, loro sono tagliate per te e ti aspettano dietro l'angolo con qualunque difficoltà effimera e c'è sempre da annusare una via d'uscita che soffia da sotto gli occhi, quasi una luce al buio che scorre lenta e taglia la città in due, solo per te.