venerdì 19 aprile 2013
Nonsense#245
Vivo solamente accanto a pochi gatti e quando ci troviamo a sporgerci dai treni, fingiamo di bere per non pensare che ci siamo dimenticati, proprio ieri sera, di te. Senza farlo apposta. E mentre vado incontro alle quattro sedie del tavolo del terzo piano, mi torna un cerchio alla mente, ben definito. Mi fermo e sento un miagolio da sotto il letto, così mi giro di spalle e non riempio nessun bicchiere, per la paura di ricordare la tua festa. Una festa fresca, che solitamente da al nostro augurio un qualcosa in più. Se il gatto più anziano quel giorno avesse occupato il posto, lui che da sempre ascolta il rumore delle ante sbattere sulla sua schiena, tutte le parole storpiate e quei versi improponibili, falsi miagolii marmorei, sarebbero ancora dentro di noi, felici ma scontenti di rivelare tutta la verità su di un fatto preciso: noi, forse, ci siamo finalmente dimenticati anche dell'altro. Io, vivendo con pochi e umili gatti da viaggio, che mai rivedrò come loro stessi vedranno me, non ricordo più quante operazioni si possono definire tali, affinché una sola canzone d'amore faccia ancora il suo effetto lenitivo soffiando leggermente sul cuore di un felino.