Tratto dal libro "Svjfr du cjfrhji". Riporto un pezzo in lingua originale, il mio preferito, che sintetizza un po' il contenuto di questo splendido saggio.
"Svjiddh nu ckfrsb, kgsei. Vivhd hac lmjugehn lmj ncxdz, hxd cds jjvgxdll e xgyvki e jcsf e kvdjkl e lbgghh e e e. Vtdssh sdsvoj cyjpkj fes hn hjjolk gss, ghbd. Gfds, hcf e e e hhhhh, fhbplwq ivebt eybdkg fi, gco (fujkolk scf aaas gij) gi gi gi higfh dgbiu, hhdsvol fdsaaff du da di, di du da, fu fu fu gfsasfj, gddjoh.
Svjfr du cjfrhji, knfd kbsarci rsv, fatioj. R sun efd the on, hdepllp dhkklkhh r lnhu inu ing inguikffui! Fay iuvhvi iuf ohr jgsa te qudyegu, sdojg ugf iujo. Xesgo fd kdedo iyt olbyc gfsaswwwwwwwwwwwwwwwwwwww eyb kkkok dfhu igg itgiov. Aaaa iuiii oiiuuuuu. F."
Credo che non ci siano parole per descrivere queste parole, frutto tropicale del saggio creato da uno degli scrittori più disorientati degli ultimi tre anni e mezzo. Io vi consiglio anche il suo libro futuro, approssimativamente ispirato all'onda del rumore attraverso visioni nomadi di particolarissime facoltà mentali orientate a est.