mercoledì 19 settembre 2012

Nonsense#33

Caro Miramare, oggi ti scrivo in coppia perché sono arrivata in ritardo a scuola; sul primo gradino c'era un raduno ed ognuno ha firmato per gli altri. Quindi io sono tranquilla. Comunque un ritardo moltiplicato per 3, niente di particolarmente grave. Ti racconto la mia mattinata, diventata improvvisamente pomeriggio senza troppi perché. Mi sono svegliata stanotte che era già buio, poi ho pensato bene di alzare lo sguardo verso le foglie morte pensando di far prima e dunque sono rimasta sveglia per un certo tipo di ore. Ho incontrato il solito tizio distratto di una volta, secondo me lo fa apposta a trattenere il fiato, perchè il phon non lo usa spesso e oltretutto perché ho notato che i jeans non li porta mai davanti, solo le tshirt, che non sono nemmeno bianche. A volte (raramente) sono bruciacchiate. Ma a me e al santo del giorno non importa molto. Poi scendendo verso l'infinito ho rinunciato a tutte le porte scorrevoli, al punto da immaginare tutto come se fosse successo davvero. Con il mio iPod tra i capelli raccolti in un silenzio minimale, ho seminato lana e capi delicati, portandoli direttamente al parco. C'era anche un tempo buono, quasi da record. Poi sono passata direttamente al secondo, che era antiestetico e piuttosto finto, come poche volte mi è capitato nella vita. E dopo aver convinto il dottore a cambiare accento sono tornata a casa per far asciugare i nastri rossi, lavati e tagliati a metà il giorno prima. Ho spazzolato lo specchio e raso al suolo la collina dietro casa, cambiato le ore all'orologio che era diventato ormai ambiguo, filtrato i muri del terrazzo (sta arrivando l'inverno) e poi mi sono finalmente sdraiata a guardare i vetri. Adesso scaccio i chiodi e riporto dentro casa i conti, li ho visti inchiodati alla carta strappata credo per cause naturali e ho pensato bene di appiopparmeli!