sabato 29 settembre 2012

Nonsense#43

Ho letto un blog di nonsense scoprendo che un giorno a caso, il 25 luglio, è stata la Giornata Mondiale del Dittongo. Il 7 agosto è stata la Giornata Mondiale del Kimono. Il 21 settembre quella delle Preposizioni Articolate e Semplici. E dato che domani, dopodomani o comunque a ottobre sarà autunno e farà un certo freddo freddino, ecco che si festeggerà anche la Giornata Mondiale dei Macarons. E precisamente il 14 di un mese. Avete presente quei subdoli dolcetti fatti di colore? Sono di origini latine, cresciuti orfani in Francia e perfezionatisi (una volta sfornati) qui in Italia. Formati dapprima nelle boulangerie più economiche del paese meno industrializzato di un magico mondo fatato, senza tra l'altro conoscere la loro vera origine probabilmente a causa dell'infanzia passata ascoltando i canti gregoriani, si sono spostati ben presto da noi passando sotto il pluripremiato Arc de Triomphe e arrivando direttamente sulle tavole di parecchi film cult. Dolci e dolcetti e dolcettini e dolcettucci e dolcini e dolciuccini e dolcinini e dolciarielli e dolciumini di membrana cellulare mandorlata e spumeggiante troneggiano in parecchie scene spinte ai limiti degli zuccheri permessi, tanto che il nome Macarons, così tanto di moda tra i professionisti del settore B, significa letteralmente "Dolci e dolcetti e dolcettini e dolcettucci e dolcini e dolciuccini e dolcinini e dolciarielli e dolciumini di membrana cellulare mandorlata e spumeggiante che troneggiano in parecchie scene spinte ai limiti degli zuccheri permessi". Maic Bongiorno prima di morire per sempre ne andava ghiotto, dopo non si sa. Ilvis ne mangiava a tonnellate prima di ogni suo concerto allo specchio, dopo non si sa. Cocciante li nascondeva tra i capelli, suoi e dei suoi figli sempre che ne abbia avuti, durante le interviste (ma non i figli avuti durante le interviste, li nascondeva tra i capelli durante le interviste, ma non i figli nascondeva, perché non sappiamo se ha figli) e dopo, non si sa. Che poi Cocciante è ancora vivo ora. Dopo, non si sa. Il Papa li benedice ogni mattina durante l'ora di speleologia. Dopo, non si sa. Insomma, macarons ovunque e a chiunque e comunque. Dunque? È possibile prepararli comodamente sdraiati nel proprio forno? La risposta è dentro di noi, o al massimo la trovi nella credenza. O sul buffet. O nel bidet. O pour parler. Ènchantè. Si figuri, non c'è di che. Risposi io.
Posso io ora qui a voi per sempre e adesso svelarvi la preparazione ornamentale. Ma che non si dica in giro poi che sono stata io la prima a farlo. L'ho rubata una ventosa notte a Maic Bongiorno, attaccandomi alle pareti della sua dimora con la stessa ventosa della notte; lo stesso Maic prima di passare a miglior vita (senza diabete, nè colesterolo, nè cuffia e guanti, beato lui) la scrisse sulla lapide portandosela nella tomba. Ma non la lapide, la ricetta. Dopo, non si sa.
Allora: per la preparazione dei Macarons bisogna fondamentalmente conoscerne l'arcaica ricetta in alfabeto Morse recandosi presso la famiglia Bongiorno. (Attenzione: l'alfabeto Morse, non Maic; Maic non morse nessuno.) In mancanza di questa non si può fermare ciò che il destino ha previsto per noi. E cioè Macarons alla veneziana, Macarons alla milanese, alla viennese, alla salentina e, perché no, Macarons da asporto grazie al solo utilizzo degli alluci. Mi spiace per voi ma a volte certe cose è bene saperle, almeno una volta. Dopo, non si sa.