domenica 23 settembre 2012

Nonsense#37

Una volta ricordo di essere stata travolta da un riccio di mare automatico. Stavo pedalando sull'autobus cittadino, era una freddissima mattina di agosto, avevo fatto l'abbonamento il giorno stesso alla stessa identica ora quando, ad un certo punto, le prime ruote (quelle più preparate) hanno iniziato a sgonfiarsi, tanto che sono riuscita immediatamente ad andare a fondo, scoprendo una verità sconvolgente che coinvolgeva tra l'altro tutta la vegetazione presente. Saranno state almeno 2 specie protette, 3 non protette e 5 quelle miste. In tutto dunque una ventina di rami, tutti aggrovigliati attorno alle ruote, quelle del vecchio semestre. Il riccio di mare che per l'occasione non era accompagnato, non l'ho più visto. Ma forse è stato un sogno un po' strano, di quelli in scatola. La settimana scorsa li ho visti esposti al supermercato in bella mostra (dal 1 giugno al 2 giugno a Palazzo Finto) e so tra l'altro che fino a fine anno ci sono delle offerte soffertissime, tipo venti biglietti interi al prezzo di mezzo. È uno strazio vederle là, ferme sugli scaffali in mezzo a tutte quelle persone impreparate, gente di mare senza arte né parte, gente che parte, gente di carta, gente che non conosce nemmeno il nome di Adriano Celentano e non sa vantarsene, persone che non sanno nemmeno guardare con gli occhi chiusi. Sono tutte esperienze, mettiamola così. Anche perché essendo sgonfia, la prima ruota non sta più dritta e quindi sono costretta per forza a dormire sul lato sinistro del tetto.