martedì 26 marzo 2013
Nonsense#221
Ho una passione sfrenata per gli scalini a velo. Che io mi ricordi, da sempre, sempre che la memoria non mi inganni, calcolando che da sempre lo fa. Percorrerli in alto e in basso, a destra e a sinistra e diagonalmente, solo la domenica, mi da una gioia frizzante e polverizzata allo stesso tempo. Se mi sveglio la mattina e trovo il sole davanti, al civico 83, salgo tutti gli scalini a velo della giornata; se la pioggia giunge in bicicletta almeno un'ora prima del mio risveglio, scendo invece giù per le scale, a pezzetti. Non importa come procederà la giornata, ciò che si conta è la somma degli scalini a velo, partendo dal primo che è sempre il numero 3, arrivando all'ultimo che, generalmente, é un numero pari e inferiore agli altri. Il risultato molto spesso determina il risultato stesso. Ogni tanto vedo qualche vicino di casa consumare le scarpe sui miei scalini a velo, cosa posso farci? Un taglio di capelli nuovo? Uno strappo ai jeans? Tanto poi va a finire sempre in parità. Quindi lascio stare le incomprensioni a distanza ravvicinata con il terzo tizio, c'è sempre bisogno di un po' di sana introversione positiva e altruista. Altrimenti il rischio è che vengano meno i miei adorati scalini a velo, che vengano adorati meno da chissà chi. Soprattutto però, io stessa rischio in prima persona di ritrovarmi per strada, e in seconda persona tu rischi di essere al centro della rotonda con il vecchio che abita di fronte, che ti rincorre per chiedere a me di chi sono quei benedetti melograni.