domenica 31 marzo 2013

Nonsense#226

"...Ma ad ogni parola lei si arrampicava sempre più in cima al suo linguaggio fortuito, finché lui ritornò a rallentare i suoi giochi prodigiosi, e soltanto l'albero morto che gli dormiva accanto continuò a credere in un capitolo che ormai scompariva dietro la morale, cercando di ricomporre ciò che era spinoso, contorto e sudato, come una collana di perle effervescenti messa al collo di un misterioso animale, allontanandosi, stanco e senza costanza di vocali, per confrontare la voce dei campi ghiacciati con quella caduta dentro alla sua testa, letta, riletta e poi, subito dopo, scomparsa tra l'erba più acerba..."