Buongiorno a questo tedio che si desta con fortuna, buongiorno al tuo lucchetto mentre bevi il mio caffè, buongiorno per le notti con un salto improvvisato, buongiorno alla memoria già tornata più tagliente che per la prima volta mi costringo a compiacere.
È un buongiorno silenzioso sopra un nido di due vespe, sulle scale del sospiro e sotto i ganci del mattino. Buongiorno con la voce assai crepata di una sera ipnotizzata e un buongiorno tagliuzzato di una serva ammutolita.
Buongiorno alla posta di testa dei sognatori e buongiorno alla parola di pancia dei vincitori.
Buongiorno a te che sei l'intoppo tra due ruote che volevano girare e la fine dell'inizio che doveva cominciare.
Sento un filo, taglio il miele, giro l'acqua e devasto il tuo buongiorno, una veste senza ponti che inclinerai sul mio sentiero.
È un buongiorno fatto d'aria con le gambe un po' deluse. Buongiorno alla foresta dei bottoni e buongiorno all'anello dei dottori, alle piante sotto sale e alla sala sempreverde. E se scappando dalla diga tu non prendi il mio buongiorno, ogni ora rasa al suolo è un passo indietro nel soggiorno.
Buongiorno a te e buongiorno a me, buongiorno se la fame mai placata conta i chiodi degli assenti di una festa già perduta.