lunedì 12 novembre 2012
Nonsense#87
X sta a Y come una corsa agli antipodi sta alla fine di un discorso. È un po' come la classica ma mai scritta storia del lupo anticonformista: la sua lunga lingua colora le cose, ma è il folto manto che fa per sé. Nella sua pancia non si possono trovare due telefoni a scatti o dieci palloncini ricoperti; infatti tutti gli elementi sono nascosti sotto di esso e tutti fanno parte di quei caratteri di costrizione che possono aggiustare le divergenze parallele dei discorsi resi pubblici ma mai iniziati. Questo è il concetto. Non sempre basta, a parer mio, dire. A volte sì. Ma anche raramente. Fosse così divertente io lo farei sul Serio. Poi c'è chi preferisce il Po, ma non è detto che la fiaba sia nata anche lì. Notare. Ho detto nata. Comunque per una corretta alimentazione basterebbe un po' più di concretezza, altro che fiumi. Per questo vorrei essere femmina. Sarebbe più elegante e comunicativo. Ne sono certa e posso anche mimarlo, proprio come il famoso lupo anticonformista. Sono i piccoli e ruvidi insegnamenti che regalano le quasi mai distorte e più che mai spaventose sorprese, come effetto deterrente al fine di combattere l'inizio. Sintesi a suon di fisarmoniche, andare di pari passo incontro alle voci, teatralità e riconciliazione come spunto acerbo di debolezze azzeccate. Le storie popolari non sbagliano mai, quelle al gusto gianduia purtroppo sì. Ma è solo una questione di eco.