giovedì 10 gennaio 2013

Nonsense#146

Non era particolarmente scaltro, però beveva un litro e un litro e mezzo di sidro al giorno. Praticamente due e mezzo. Non bestemmiava mai durante il sonno, né mentre dormiva, ma accendeva il camino del salotto sempre con due fiori di loto. Non assumeva infusi di timo per il diabete, eppure sentiva il fratello del padre ululare ogni notte. Inoltre, Savonarola Baldassarre detto il Greco, si precipitava giù dalle scale quando avvertiva che la zuppa di cereali stava per diventare fredda. Era un ragazzo avido e maturo, bislacco e atleticamente razionale. Senza arte nè pena, non pensava a sposarsi, forse perché conosceva solo una lingua; figlio di due dromedari, il Greco iniziò sin dalla giovane età a registrare le presenze altrui, sia all'interno che all'esterno della grande vasca di acqua termale, che teneva ben nascosta sotto al suo letto in cristallo. Scriveva poemetti geografici di grande efficacia e non si curava delle vibrazioni dantesche che spesso avvertiva nella testa, poiché sapeva che tutta l'intera contea avrebbe ben presto votato sì. "Portate le portate!" Urlava ad ogni tocco di campana. "Ancorate ancora le anfore di Alfonso Canfora!" Recitava durante la cena. Era effettivamente un tizio piuttosto impaziente, poco ospitale, ma soprattutto deliziosamente qualcosa. Il Greco era conosciuto in lungo e in largo, data la sua mole; si riconosceva negli specchi d'acqua ma non in quelli di sidro. Almeno così affermano le testimonianze dirette da lui stesso. Savonarola Baldassarre detto il Greco: un nome, due nomi.