giovedì 31 gennaio 2013

Nonsense#167

Questa sera effettuerò il mio primo volo metafisico in mongolfiera, partendo dalla stazione meteorologica di Denver, proprio mentre il secondo tempo del sogno notturno di ieri avrà inizio. Partenza anticipata, arrivo posticipato ed equipaggio emancipato. Saremo in tre e, diversamente da ieri, saremo in tre. Volare a picco su una mongolfiera dalle corde molli, cambiate attentamente la notte antecedente alla partenza, regala un’emozione non del tutto particolare, ma sicuramente pulita, paragonabile spesso ai sogni di sospensione del servizio meteorologico del Colorado, sulle nubi disidratate più alte. Lo spettacolo è a lieto fine, ma solo per chi ha la fortuna di saper contare, anche perché da terra si vedono chiaramente le stelle nel cielo e i tappeti erbosi servono solo ai palloni aerostatici colorati. Una mongolfiera può ospitare persone della stessa cittadinanza per almeno due decenni, gli appassionati di questa disciplina astratta lo devono sapere già in partenza, per non disperdersi nell'aria all'arrivo. A cadenza annuale viene servito del the a bordo (decorato in oro bianco), mentre ogni mese viene effettuato dagli organizzatori un raduno semestrale doppiamente proibito, in cui i palloni verticali gareggiano con le decorazioni a spicchi, tipiche degli agrumi di Sicilia. Questa particolare situazione richiede un'attenzione multipla da parte dei piloti automatici, garantita dalla specifica abilitazione all'uso dei pennelli, che rende il volo protetto da qualsiasi tipo di avanguardia artistica. Non credo di voler vedere volare i valori dei versi scritti sul vero contratto, mi piacerebbe soltanto sapere che la direzione e la velocità saranno gestiti dal vento, contrario, a favore, o astenuto che sia. Si parte oggi, dunque, sperando nell’aumento delle probabilità di diminuzione delle certezze relative alla traiettoria, decisa dalla sottoscritta al momento della scelta cromatica. Chi viene con me? Basta solo ricordarsi di aerare il locale prima di decollare il pilota!