mercoledì 5 dicembre 2012
Nonsense#110
Non ricordo perfettamente cosa bisogna utilizzare per iniziare a parlare di telecinesi. So per certo che sta scritto in una lingua strana da qualche parte qui sotto, in fondo alla via principale a fianco della stanza al piano superiore; il fatto è che questo famoso biglietto della fortuna l'avevo tolto dalla tv e messo in qualche cassetto dell'armadio dietro la cassettiera, sopra le ante e ora non riesco più a trovarlo, nemmeno se tolgo i pantaloni della tuta per mettermi i jeans. Potrei ricostruire tutta la storia del caldo cinese che si consuma tra le mani in aria semplicemente inventandola. Ma il risultato non sarebbe sicuro al 109%. Potrei chiedere alla mia vicina di casa che a sua volta lo chiederebbe alla vicina di banco di sua figlia, che la scuola tanto l'ha finita da un pezzo. Grande, tra l'altro. Spostato con la mente. Oppure lascio perdere la telecinesi e i discorsi e inizio a pensare agli amaretti africani che nel forno non sanno cuocersi come tutti gli altri amaretti. L'ho sempre pensato. Ma alla vicina non gliel'ho mai detto a parole mie, tipo sfregando le mani fuori dal finestrino dell'auto di mia madre. Quindi l'unica soluzione per ora è contare tutti i minuti, poi domani vedrò di creare un po' di caos riordinando la soffitta, come minimo lo troverò lì, addormentato e freddo. Ma chi? Il principio, ovvio.