domenica 16 dicembre 2012

Nonsense#121

Agguanta una mela. Ma chi l'agguanta la mela? Mi sono ripromessa di non chiederlo più. Ma ammetto di non resistere al desiderio. Soprattutto in questi giorni post semina e pre raccolto. Posso oltretutto rivelare che ieri, sotto la neve, sopra le panche della palestra dove solitamente l'egagro sopravvive, ho trovato due metri di buccia verde. Secondo me in origine erano almeno tre, ma qualcuno deve averla trovata prima e se l'è mangiata come se fosse una specie di mangusta. Una specie protetta. Quindi femmina. Tutti vorrebbero una mangusta per amica, ma se il suo mestiere è vivere la vita allora meglio rimanga sconosciuta. L'equitazione è il sintomo d'amore numero 1, poi arriva il canto numero 2 al quale non sappiamo rinunciare. Nemmeno quando nevica. Le conseguenze dell'assunzione della mela spesso fan soffrire, a turno ci si può consolare sopra le panche, quando ad esempio vogliamo stare un po' da soli.
Troppo docile la mangusta, non fa per me. Il mio vicino infatti, comunemente detto "spasimante" data l'età, la sera della scoperta ha notato la mia espressione algebrica e mi ha prontamente chiesto: "Le gusta la mangusta, signorina?" - "Mango è meglio." Ho risposto io. Ecco. Lui da quella sera è sparito, vecchio vegetariano acrobata postmoderno, con la sua cravatta scozzese appesa al cancellino della palestra e con i tacchi divisi a metà. Allora io, un po' perplessa ma nemmeno troppo, sì un po' ma non esageratamente, nella media, nella norma, nel pennino da china insomma, sono andata a Documentarmi, un paesino dell'Asprodolce, dove ho scoperto che effettivamente le manguste si gustano sia il mango che le bucce di mela. Non l'avrei mai detto, a nessuno. Ora mi trovo costretta a farlo, con tutti. Hai saputo? Scherzavo. Ci hai creduto? Baravo. Mi dispiace tocca a te. La semina dell'altro giorno è ben riuscita e il raccolto è un racconto fantasma. C'è ma non si vede. Né si sente. Come i fantasmi bassi e muti, i famosi nani fantasmi da giardino. Ci sono ma non si vedono; un po' per l'altezza e un po' per la consistenza. Base per altezza diviso consistenza. Il risultato è sempre la mangusta. Ottimo direi. Praticamente ora vi spiego: ciò che bisogna fare in periodi come questi, quando la neve si deposita sopra le bucce, è innanzitutto ascoltare la propria voce allo specchio, ricordarsi di tagliare i tubi dell'irrigazione del giardino per evitare di congelare i nanetti, sciogliere la neve a 20 gradi, non fingere di non sapere, ammaestrare la mangusta (sempre se si riesce a trovarne una), sbucciare la mela verde e ascoltare l'ultimo cd di Mango. Quando le orecchie iniziano a sanguinare, all'incirca dopo un secondo doppio, cantare il cambio e cambiare il canto numero 3. Ogni riferimento è mirato e non sensato. Senz'altro, non mancherò. O mangherò?