venerdì 7 dicembre 2012
Nonsense#112
Vi siete mai chiesti di cosa si parla nelle stazioni delle metropolitane durante i pomeriggi invernali? Io sì. Di che cosa si parla nelle stazioni metropolitane nei pomeriggi invernali, Peris? Ho scoperto che uno degli argomenti più trattati sia tra i passeggeri al limite sia tra i sostenitori delle tenebre diurne è lo zucchero sotto la luce al neon. Come si scioglie, se si scioglie, quanto tempo impiega a trasformarsi in acqua senza farsi notare, a cosa serve e che colore assume dopo almeno cinque fermate di metrò? Soprattutto se ci troviamo a Torino. Devo ammettere che lo zucchero sotto la luce al neon si comporta diversamente in base alla città in cui avviene il fenomeno. Mi trovavo a San Marino e mentre il treno stava ripartendo (però ero alla stazione ferroviaria) ecco che lo zucchero diventa blu proprio mentre un passante saliva. Dal verbo salivare. Lui saliva, io guardavo. Se fosse successo in estate la lontananza tra un vagone e l'altro probabilmente avrebbe facilitato lo scioglimento. È inutile ribadire che esistono due tipologie di passanti; ma lo farò. Esistono due tipologie di passanti. Quelli corti e quelli larghi. Entrambi finiscono puntualmente intervistati dai controllori ed entrambi non fanno altro che vantarsi di come il loro zucchero sia ben riuscito. Fanno bene, dato che è l'unica cosa di cui possono parlare tra un viaggio di andata e uno di ritorno; poi nelle pause estive, quando lo zucchero sotto la luce al neon al posto di sciogliersi si solidifica, parleranno di chiavette USB e di quanta capacità hanno, magari la stessa dei vagoni dei treni dipinti con i colori a zucchero.