martedì 18 dicembre 2012
Nonsense#123
Tutte le mattine Orwis Jumminfeet effettua una stesura a ripiani di un saggio breve sulla forma degli abbracci collettivi di cattivo gusto. Orwis Jumminfeet è il più famoso saggista breve con il salto in lungo, sociologicamente rimandato e impropriamente stabile, meglio conosciuto come "quello dal collo in giù". Scrive concetti irrilevanti che lasciano il lettore mp3 vuoto e sentimentalmente scoperchiato. Fantastiche introspezioni antologiche sugli spazi esterni che si corrodono e che fomentano le intuizioni urlate dai ragazzini innamorati di fatti, o luoghi o cose puramente casuali. Altro che canzoni d'amore perduto o ritrovato, dai soliti ritornelli scopiazzati e scoppiettanti; qui siamo di fronte a Orwis Jumminfeet, il più lungo saggista breve della storia degli abbracci formali, formosi e firmati bene. Pertanto lo salutiamo. Buongiorno Orwis. Di quale abbraccio vuole parlare, oggi? Mediocre o salutare? Con la mano? Lo vuole alimentare? Quindi preferisce mangiarselo? Beh, d'altronde... Chi non ne ha mai assaggiato uno? Ebbene sì, lui può insegnarci a farlo nella maniera più dissacrante, inoltrandosi pezzo per pezzo, a capofitto, in quella miniera di pillole ai carboni attivi che il nostro stomaco avrebbe sicuramente da proporgli. Abbracci bilaterali di cattivo gusto, non amari ma, anzi, forse troppo dolci, abbracci uniti da elastici ereditati nel tempo, abbracci attaccati al colletto e abbracci stabilizzati su cuscini singoli. Orwis ha parecchio da dire sugli abbracci, di tutti i gusti... Ma certo che no. Solo di cattivo gusto, come sottolinea ogni volta l'autore, armato di evidenziatore a pile. "Non spreco tempo come gli amanti del gelato, fermi intere ore, in file a colonna davanti ai vetri estivi, io preferisco andare direttamente allo schifo, l'effetto è immediato e soddisfa chi mi legge sulla gravità." Come dargli torto? Semplice. Cercando di convincerlo che il suo gusto non si discute, nemmeno se la massa che rimbalza sulle idiozie dei giornali si unisse fino a prova contraria.