lunedì 10 dicembre 2012
Nonsense#115
Una volta, quando avevo gli anni in tasca, mi sono addormentata ridendo a squarciagola. Però non me lo ricordo perché ho la netta sensazione di essere stata un pesce rosso con il nome stampato sul retro della tshirt. Probabilmente vittima di un complotto a sette. Se li becco, me li mangio. Il nome vero era stampato in digitale terrestre, ma con il blu che veniva dal cielo. Quello finto invece era trasparente, visibile solo tramite la cornetta del telefono a gettoni. Ma si trovano ancora? Caspita, lo spero... Altrimenti sarebbe un problema perché non saprei come chiamarmi. Comunque. Quella volta fu una situazione davvero divertente per chi mi guardava da dietro gli specchi! Cioè vi immaginate la scena? Il riso sul pesce rosso con il cotone colorato di blu mentre io dormivo. Fantastico! Tipo il cast di un film di Santovino! Quel genere di film che danno solitamente nel parcheggio del cinema nei giorni di neve, a fianco del supermercato, dietro le poste, vicino al municipio, con lo sconto incorporato nel prezzo del biglietto già strappato. Bisogna raggiungerlo a piedi uniti, tra l'altro. Ciò significa che tra uno e l'altro, cioè tra un piede e l'altro, non ci deve essere spazio nemmeno per il biglietto. Si rischia di arrivare in ritardo per la prima. Mentre la seconda volta invece è sempre meglio portare il pesce rosso e riservare un posticino anche per lui, magari lì all'aperto che se piove sopravvive. Di storie simili ce ne sono di diverse, ma non ho il tempo necessario per staccare tutti i bottoni dai piatti pertanto mi limito a sventolare i battiti accelerati. Tanto più che si sono rallentati già da qualche giorno, dopo aver mangiato per l'ultima volta la prima fetta di pane.