Canzoncina dell'oliva.
Sveglia che è tardi! Io mi vedo l'interno che più o meno è così: sono io ed eri tu, mi ritrovo a zappare l'arazzo per spostare il ragazzo e a concimare la statua per sottrarne la terra. Oh oh oh! A camminare con te, da soli e tutti e due, insieme, noi che ci muoviamo come le ossa dei muli quando camminano sui fogli di lana, insieme! Quei colori che si macchiano se li appendi fuori dalla finestra. Insieme! Poi i soldati senza i baffi e l’amore panoramico; poi nel buio uno di noi si allunga e vede la fame, aldilà di Plutone, esploso! Boom! E soli soli e stelle stelle. Ritorno a chiudermi ma vorrei stridere i ritornelli. E allora che si fa? Ritorno a coprirmi gli orizzonti. La la la la! Potresti colorare quella maledetta parentesi tonda mentre sto per partire. Potresti. Restare vanitosa con tutti gli scudi o prendere la semina diluita? La vita! Per due soldi le pallottole vagano nello stagno, come fossero melograni acerbi. Ritorno a me: eccoci, insieme, siamo come i paracadute, insieme, la faccia sulla goccia, una dopo e una prima, insieme, per poi traboccare sul gioco del sonno vagante e tu che vuoi sapere se giri nei giochi oppure miri nei fuochi. Sai di bello. E per finire mi brucio la lingua. Ahi! Quindi non riesco. Ahi! Sai di fresco.