lunedì 15 ottobre 2012

Nonsense#59

Ecco, sì, bravo, lanciati da ottantanovemila metri quadrati al secondo, anzi mettiamoci pure il dolce la prossima volta che esci da scuola. Non ti è bastato un tuffo nel mare a gennaio con tuo cugino respirando con il diaframma, o le 65 caramelle gommose al minuto più iva. Non potevi saltare a piè pari da una mongolfiera a sei centimetri d'altezza, aldilà del giardino botanico? No scusa, non intendevo botanico, volevo dire botanico. Ma aldilà di tutto, sei un paracadutista però cadi, che spazio c'è tra te e il pallone? Dai, dimmelo. E se le stelle si incrociassero sotto i tuoi occhi? Avresti paura di diventare strabico? Il motivo per cui lo fai è che vuoi passare direttamente al secondo tempo, ma nemmeno parandoti ti sporgerai dai parapetti, come un parà, se poi canti parappappappappappappappappappà... allora tutto è inutile. Credimi. Mondo cane giramondo. Bau. Non sei molto convinto di voler superare il rumore più veloce del mondo, in caduta libera ti fai la barba però se ti chiedono di accelerare un po' i tempi, non lo fai. Ah sì?! E' scappato? Per forza, non aveva il guinzaglio! A quella quota quando qualcuno è qua, caro il mio paracadutista del Bengala, le temperature sono molto più che ribelli, non è possibile girarci intorno senza lamentarsi, per questo hai dovuto indossare uno strato di aria viziata spesso due volumi e mezzo, almeno il tempo ti è passato in fretta ascoltando musica senza troppi convenevoli. I voli convenevoli, intendo. Conviene con i voli. E lo sai bene. Perciò: o ti decidi altrimenti non farlo. O lo fai o ti decidi, o prendi una decisione o non voli. O voli o non decidere. Cioè.