martedì 16 ottobre 2012
Nonsense#60
Allora. Mettiamo in chiaro le cose. Abbiamo sessanta minuti. Innanzitutto apri le tende e accendi la luce. Te lo dico una volta per tutte. Fatto. Non puoi fare il passo più lungo della gamba altrimenti rischi di prendere una storta, chi la raddrizza più poi? Potresti portarla dal fabbro, ma non fare spese azzardate, non ti è mai piaciuto quel telefilm. È come se ad un certo punto due rette si incrociassero nel tuo camino. Guarda che serve sempre, viene il freddo adesso e rimane per un po', preparagli la stanza degli ospiti. Sono talmente stanca che mi si aprono gli occhi per poi chiudersi in un mutismo cieco. Non è stanchezza, è uno stato di vana veglia. E vaniglia. No, niente cioccolato, non lo voglio. Non mi fa respirare di notte, fa caldo nel letto e si scioglie. Fonde. Sei sempre pronto per quella cosa? Cosa? Io non ti ho mai promesso niente. Sei tu che fai passi azzardati sulla strada che porta al camino del fabbro. Tuo amico. Bel Ami. Passi lunghi e ben distesi, tra l'altro. Più lunghi di me e più distesi di te. Ci vuole proprio tutta, lo sai che metà non basta, avessimo un quarto d'ora arriveremmo almeno agli ottavi di finale ligure. Che bella la Liguria Romagnola. Ma quali ragni? Non ho mai parlato di ragni, forse di bagni. Compagni tuoi, non certo miei. Se vuoi provo a cercarlo in cucina, ho una scorta di cioccolato che potrebbe tornare utile. Sforzati di capire quello che voglio esprimere, per piacere. Piacere? A chi? A me? A te? Non mi piacciono le cose forzate, per forza, non ti sforzi. Impegnati, vedrai che ci riuscirai e mi ringrazierai. Guarda che io non voglio il tuo grazie, la tua grazia, la tua Graziella sì però; me l'hanno rubata, la mia. Luridi ladruncoli di ranuncoli, rubano le biciclette a peso e le rivendono in serie sui balconi delle vecchiette. Che non si facciano trovare da me. Non ho voglia di gente in casa. Veloce. Non ho tempo da perdere, io il tempo devo solo trovarlo.