lunedì 22 ottobre 2012
Nonsense#66
A volte, specialmente dal lunedì alla domenica, vorrei essere un'antilope. Tutte le antilopi settimanali che piacciono a me hanno una vista straordinariamente comprensiva e altamente silenziosa, con grandi occhi multipli che permettono loro di muoversi a proprio agio su un arco e dormire su un altro. A mano a mano che si spostano parallelamente al giorno, amano amarsi e cibarsi sulle sponde e percepiscono i movimenti monosillabici anche a 300 chilometri di distanza ma non se la prendono perché sono più scaltre di un dittongo doppio; la lasciano volentieri al prossimo turno. E' un fortunato animale dal pensiero cosiddetto "sottoterrafuoriarea" sempre in movimento, comunica il suo talento ingegnoso e aromatico agli altri senza bisogno di parlare o cambiare zona, ma si isola sull'isola inaspettatamente, quando tutti lo stanno aspettando. Apre le porte, a volte fugge, poi le chiude. Magari dopo quattro anni. Il maschio è bello. La femmina di più. Il maschio è veloce. La femmina di più. Hanno entrambi un'intelligenza costante e direttamente proporzionale al manto. Anzi, la femmina di più. Durante la stagione dell'accoppiamento si accoppia. Durante quella dello sdoppiamento si sdoppia e durante la stagione calda si scalda al sole. Non procrea, crea. L'antilope più conosciuta è fatta a tre strati di caffè: il primo la protegge da qualcuno poco raccomandabile/ato, il secondo dal ricordo più nero, il terzo dal futuro in caso di emergenza. Ma in assenza di uno dei tre è perfettamente in grado di proteggersi da sola senza prefazione, trovando l'ispirazione ribelle attraverso la semina di carta e zuccheri nobili. Non le serve molta aria, preferisce il fianco sinistro se affiancato dal destro. Antilope in dialetto viaggiatico significa proprio questo. Ecco perché credo che lo diventerò.